Il sindaco uscente di Prato, Matteo Biffoni, al primo turno ha ottenuto il 47,2% dei voti, contro il 35,1% preso da Daniele Spada (centrodestra), che si è fermato al 35,1%. Mezza delusione per Biffoni, che nel 2014 aveva chiuso subito la partita imponendosi con il 58,1% contro l’ex sindaco Roberto Cenni (28, 7%). Al ballottaggio lo aspetta una sfida da non prendere sotto gamba, nonostante i dodici punti di vantaggio, anche tenuto conto che Spada, in quota Lega, è un candidato che non ha mai urlato e sbraitato e potrebbe quindi pescare non pochi consensi anche nell’elettorato moderato
Vediamo come sono andate le cose per gli altri candidati in corsa per la poltrona di sindaco. Il Movimento 5 Stelle ha raccolto un magro bottino, il 7,2%, con il candidato Carmine Maiorello. Marilena Garnier (Cittadini pratesi e Per Prato Garnier sindaco) ha raccolto il 4,3%. Aldo Milone (Prato scura e libera) 3,1%. Emilio Paradiso (Lega Toscana) 1,3%. Roberto Lido Daghini (Rif. comunista) 1%. Mirco Rocchi (Prato in Comune) 0,8%.
“Siamo arrivati ad un passo dal 50 per cento già al primo turno – dichiara Biffoni -. Siamo in vantaggio di oltre il 12 per cento sul secondo arrivato. Adesso avanti al ballottaggio del 9 giugno, orgogliosi della nostra comunità”. Ma anche Spada ci crede, e lo fa sapere in questo modo: “Nessuno lo credeva possibile eppure ce l’abbiamo fatta, siamo arrivati a uno storico ballottaggio. Adesso ci restano 15 giorni per far fare le valigie al Pd. Se voi ci siete io ci sono!”.
Se Spada strizzerà l’occhio soprattutto agli elettori che al primo turno hanno scelto Milone e Garnier, il sindaco manderà qualche segnale in direzione di Rocchi e Daghini. Anche se, arrivati a questo punto, non si possono fare i conti con il bilancino e bisogna cercare di allargare il più possibile la base elettorale, senza dimenticare chi è rimasto a casa e magari, al ballottaggio, potrebbe togliersi lo sfizio di andare a scegliere il sindaco.