Nuovo colpo di scena sull’Aeroporto di Firenze. Il Tar ha accolto i ricorsi contro il progetto di ampliamento presentati dai Comuni di Sesto Fiorentino, Carmignano (Prato), Prato, Poggio a Caiano (Prato), Campi Bisenzio (Firenze), Calenzano (Firenze) e da alcuni comitati. Giudicato illegittimo il decreto che ha approvato la Valutazione di impatto ambientale (Via) che prevede la costruzione di una nuova pista. Dopo anni di tira e molla torna il caos.
Toscana Aeroporti, la società che gestisce gli scali di Pisa e Firenze, fa sapere di aver “dato mandato ai propri legali in difesa dei propri legittimi interessi, dei suoi azionisti, della Città di Firenze che aspetta questa opera da 50 anni e di tutti quelli che vogliono infrastrutture come motore di sviluppo e di benessere, di proporre immediatamente appello al Consiglio di Stato con richiesta di sospensiva”.
In un comunicato la società scrive che “appare chiaro come purtroppo sia impossibile realizzare opere infrastrutturali in Italia in quanto il Giudice ha completamente rovesciato la valutazione data dalla commissione nazionale ministeriale di esperti, condivisa e avallata dai ministeri competenti di tre governi diversi (Renzi, Gentiloni, Conte) circa l’idoneità della documentazione tecnica a dimostrare l’assenza di impatti negativi sull’ambiente”.
Ma perché si è arrivati a questa decisione? L’amministrazione avrebbe dovuto chiedere ulteriori approfondimenti laddove invece ha ritenuto l’istruttoria esaustiva e completa. Toscana Aeroporti sottolinea “in totale contrasto tecnico rispetto a quanto sentenziato dal Giudice la lettera inviata ad Enac dalla Direzione Valutazioni Ambientali del Ministero dell’Ambiente che, testualmente, conclude dichiarando che la documentazione progettuale già agli atti del procedimento può ritenersi adeguata rispetto alle finalità della disciplina VIA… già ritenuta sufficiente e completa”.
Toscana Aeroporti precisa infine di “aver fatto tutto quanto le è stato richiesto nel corso dei procedimenti amministrativi”. La società sottolinea nella nota anche che la sentenza “non affronta profili giuridici ma entra nel merito dei dettagli tecnici sovvertendo il giudizio dei tecnici istituzionali all’uopo preposti. Appare, peraltro, quantomeno singolare che il Giudice, entrato nel merito dei dettagli progettuali, non si sia avvalso di un proprio consulente tecnico e che la sentenza sia stata deliberata lo stesso giorno dell’udienza”. Il Giudice censura, rileva Toscana Aeroporti, che “dell’Osservatorio ambientale, a cui sono state demandate le verifiche di ottemperanza alle prescrizioni, non abbia fatto parte alcun rappresentante dei Comuni avversi all’opera. Non esiste una Legge che preveda ciò che il Giudice ha stabilito”. Quindi, conclude la nota, la sentenza interrompe pertanto le procedure necessarie alla la realizzazione dell’intervento malgrado la favorevole conclusione della Conferenza dei Servizi.
Il sindaco di Firenze, Dario Nardella, annuncia “l’immediato ricorso al Consiglio di Stato. La giustizia amministrativa prevede due gradi di giudizio, usiamoli fino in fondo”. E aggiunge: “Come socio della società che gestisce gli aeroporti ho dato questa indicazione al presidente e all’amministratore delegato. Poi valuteremo se anche il Comune di
Firenze potrà unirsi alla società nel ricorso”.
Il sindaco di Sesto Fiorentino, Lorenzo Falchi, plaude alla decisione del Tar: “Una giornata di straordinaria importanza per il nostro territorio e il suo futuro. Il Tar ha riconosciuto la validità delle ragioni dei Comuni, delle associazioni, dei comitati contro un’opera che noi riteniamo sbagliata. Si tratta di una grande vittoria, che dovremo senz’altro approfondire, ma che nella sostanza è chiara: il decreto di Via è illegittimo e cade, pertanto, tutto il castello giuridico e amministrativo messo su anche con alcune forzature per arrivare a realizzare a tutti i costi una pista incompatibile col nostro territorio e illegittima dal punto di vista giuridico. Un pensiero, oggi, va a tutti gli amministratori e ai cittadini che per anni si sono battuti contro un’opera sbagliata. L’unico rammarico è che a questo risultato si sia dovuti arrivare per via giudiziaria e non attraverso la politica”.