Lo scontro sul futuro dell’aeroporto di Firenze non è solo questione di tribunali e carte bollate (vedi recente sentenza del Tar, ha accolto i ricorsi dei comitati e dei Comuni contrari al progetto di ampliamento del Vespucci). Il problema è anche politico, con divisioni profonde all’interno della stessa maggioranza. “Caro presidente Enrico Rossi, leggo le tue considerazioni sulla necessità di un dialogo sul tema Peretola. Considerazioni condivisibili, ma, mi duole significarlo, tardive”. Il sindaco di Prato Matteo Biffoni risponde alla lettera aperta del presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, sul progetto di ampliamento dell’aeroporto di Firenze. “Il dialogo doveva esserci ma anni fa. Probabilmente è utile ricapitolare come sono andate le cose. Ho sempre evitato il possibile ricorso ai tribunali, anche quando ce ne sarebbe stata l’opportunità, per me molto più semplice fra l’altro, consapevole ieri ed oggi che un amministratore debba affrontare i problemi con la politica e non con le carte bollate e che, nel caso specifico dell’aeroporto, sarebbe stato molto più utile essere nei luoghi dove si decide. Ne resto convinto anche ora – scrive Biffoni a Rossi – Per anni ho cercato di dare risposte ai miei cittadini preoccupati per l’impatto della nuova infrastruttura con tavoli di confronto di natura politica e tecnica”. “Insieme a tutti i colleghi sindaci che condividevano le medesime preoccupazioni per i propri territori, anziché la via facile e migliore per il consenso, abbiamo instaurato un tavolo politico e uno tecnico, inviato comuni osservazioni alla Via, chiesto in ogni sede di essere rappresentanti a garanzia delle legittime preoccupazioni dei cittadini che rappresentiamo, con la consapevolezza che sarebbe stato più efficace esserci piuttosto che delegare le decisioni sulle nostre città – continua Biffoni – Questa possibilità ci è stata negata. È bene chiarirlo bene ed esserne consapevoli”.
Cosa aveva detto Rossi rivolgendosi a Biffoni?
“Caro Matteo – scrive in una lettera il governatore Enrico Rossi – ho letto con interesse la tua intervista a Repubblica, di cui ho apprezzato i toni pacati con cui tratti la questione dell’aeroporto, ma non posso condividere la tua volontà di continuare con il contenzioso giuridico contro la Regione Toscana e la scelta compiuta dalla maggioranza del Consiglio regionale. ‘Io per ora non ritiro nulla’, dichiari nel tuo intervento. Ma sei anche disposto a parlare, a cercare certezze. Apri – mi pare – uno spiraglio per il dialogo, esponendo le tue preoccupazioni su inquinamento e impatto della pista. Preoccupazioni sulle quali ho lavorato per anni e che – credimi – erano anche mie. Se non fossero state risolte, non avrei acconsentito alla rimodulazione della pista e al suo diverso orientamento. È anche per questo che ho espresso sin da subito la mia contrarietà a costruire un inceneritore in un’area urbanisticamente delicata e piena di attività umane quale è la Piana fiorentina. Come sai, si è deciso di procedere all’istituzione di un parco agricolo inedificabile di ben 7mila ettari, su cui la Regione sta piantumando oltre 100 ettari di alberi, creando boschi che contribuiranno all’equilibrio ambientale dell’area. Si può fare ancora meglio? Certamente sì”.
“Se possibile discutiamone – continua Rossi nella sua lettera al primo cittadino di Prato – come tu stesso suggerisci. Ma non si può discutere e allo stesso tempo armare gli avvocati per continuare una battaglia legale nei tribunali. Anche a me, da sindaco, è capitato due volte di avere contrasti fortissimi con la Regione Toscana. Presidente era Vannino Chiti, assessore alla Salute Claudio Martini. Ti assicuro che neanche lontanamente mi è passato per la mente di procedere a contenziosi giuridici. Il primo contrasto ci fu quando la Regione decise di dividere la Asl di Pontedera per accorparne una parte con Pisa. E il secondo quando fu deciso che la superstrada dovesse passare sul comune di Pontedera, dividendolo a metà e interferendo con l’abitato. In entrambi i casi si discusse molto e si trovarono soluzioni politiche. Sottolineo politiche. Mettemmo in campo accorgimenti, compensazioni, disponibilità, che da sindaco, pur nelle difficoltà e in qualche caso anche tra le contestazioni, mi consentirono di guardare avanti e di fare il bene della mia città. Sui temi che sono cari alla città di Prato, come ho sempre fatto, sono disposto a mettere tutto il mio impegno personale e la disponibilità finanziaria della Regione, per far sì che i prossimi siano anni di sviluppo e di crescita. Non mi sono mai negato su alcuna questione che mi sia stata posta per supportare e per aiutare Prato, nella convinzione che la sua modernità sia un tratto decisivo della forza presente e futura della Regione Toscana. Ma togliamo di mezzo gli avvocati e i contenziosi giuridici. Non si può giocare allo stesso tempo su due tavoli
“Sono convinto – conclude Rossi – che guardandoci negli occhi, assieme a Dario Nardella e agli altri sindaci, sia possibile per tutti uscirne con una sintesi positiva in grado di garantire ciò che più ci preme per la nostra terra e per i cittadini toscani: lo sviluppo e il lavoro, la tutela del paesaggio e della salute, la modernità e la conservazione dell’ambiente e della nostra grande storia umana e culturale. Non è tempo di tribunali né di sentenze che si contraddicono, che bloccano le scelte politiche e che mettono in mostra una divisione tra istituzioni e persone che ricoprono posti di responsabilità, aderiscono allo stesso partito e condividono gli stessi valori”.