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Colpito da un fulmine, cammina per un’ora e mezzo per chiedere aiuto

- Cronaca
9 Luglio 2019

Se l’è vista brutta Massimiliano Frugoli, 43enne di Lucca colpito (per fortuna di striscio) da un fulmine mentre con altri appassionati della corsa era impegnato in una gara sulle Alpi Apuane. L’improvviso nubifragio ha costretto gli sportivi a cercare un riparo. Lui l’ha fatto mettendosi sotto una ruspa, vicino ad una cava. Ma poco dopo è caduto un fulmine e Massimiliano è svenuto.

Per fortuna può raccontare la sua brutta avventura. Ha già lasciato l’ospedale di Castelnuovo Garfagnana, dove era stato ricoverato domenica. Ora ci scherza su e, su Facebook, scrive frasi di questo genere: “Sono in netta ripresa e con la testa già alla prossima gara, anche sto fulmine non mi ha cambiato”. Poco prima invece aveva scritto: “Grazie a tutti (per la solidarietà, ndr), per la cronaca il fulmine mi ha chiesto i danni”.

Al quotidiano il Tirreno racconta il terribile momento in cui il fulmine l’ha colpito: “Credo che la scarica elettrica si sia propagata attraverso l’acqua, ho sentito la scossa che dai piedi è andata fino alla parte superiore del corpo e poi ho perso i sensi. Per fortuna sono caduto vicino alla ruota della ruspa ma potevo finire in acqua”.

Il gruppo di sportivi era partito domenica mattina da Gorfigliano, frazione del comune di Minucciano (Garfagnana) a quota 685 metri. C’era il sole. Com’è noto in montagna il tempo può cambiare con grande velocità. E così è avvenuto. Nonostante l’allarme maltempo il tempo sembrava in miglioramento, poi però le condizioni sono peggiorate, ma il gruppo si trovava già a quota 2500 metri, sul monte Tambura. Troppo rischioso fare marcia indietro.

In pochi minuti è calata la nebbia ed è diventato buio, con pioggia e grandine ad aggravare la situazione. Frugoli ha perso di vista il gruppo che era con lui e, come dicevamo, si è riparato sotto la ruspa. Poi il fulmine, la perdita dei sensi e, fortunatamente, il risveglio, poco dopo. Vaga per un’ora e mezzo fino a che il suo telefonino ritrova campo, e così chiama i soccorsi. L’incubo è finito.

Foto: Facebook

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Un fiume unisce la Toscana e rappresenta il modo di vivere forte e intraprendente del suo popolo. L'Arno.it desidera raccontarlo con le sue storie, fatiche, sofferenze, gioie e speranze. Senza dimenticare i molti toscani che vivono lontani, o all'estero, ma hanno sempre nel cuore la loro meravigliosa terra.

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