Potrebbe fare scuola il caso di Firenze, dove a seguito di un accordo siglato dai sindacati (Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti) duecento riders vengono assunti a tempo indeterminato da una società attiva nella consegna di cibo a domicilio, la Sviluppo Pg slr, proprietaria del marchio “Runner Pizza”. Diciamo che potrebbe fare scuola perché l’accordo dimostra che la stabilizzazione di questa particolare categoria di lavoratori, sempre più numerosi nelle nostre città, può avvenire con le leggi vigenti, anche senza una normativa ad hoc.
L’intesa è stata presentata in pompa magna a Palazzo Vecchio. “Questo accordo è uno spartiacque – ha detto il sindaco di Firenze, Dario Nardella -. Ora non ci sono più alibi per nessuno, a cominciare dal ministro del Lavoro, a cui chiediamo di applicare il modello Firenze”. Poi ha rincarato la dose: “Di Maio è un anno che spende promesse e non fa niente”.
I fattorini diventano lavoratori subordinati a tutti gli effetti, con i diritti e le tutele previste: malattia, assicurazione sugli infortuni, ferie e retribuzione fissata in base a un contratto nazionale. Molto soddisfatto l’ad dell’azienda Runner Pizza, Tiziano Capitani: “Siamo nel delivery da 25 anni. Abbiamo mezzi elettrici, un sistema attento di controllo dei nostri prodotti, massima attenzione all’igiene. Adesso con questo passo abbiamo chiuso il cerchio, i lavoratori sono lavoratori dipendenti”.
Ma anche i sindacati sono soddisfatti e sottolineano che per dare diritti e garanzie ai lavoratori non servono nuove leggi. “Da tempo, a livello nazionale – sottolinea Filt-Fit-Uiltrasporti – stiamo cercando di dare tutele reali ai al mondo dei riders e siamo convinti che questo accordo possa aiutare ad indicare una via ufficiale di inquadramento del settore, auspicando che ognuno (istituzioni, associazioni datoriali, sindacali e consumatori) lavori affinché tutte le aziende si adeguino alla »legalità«, per creare una situazione di parità di condizioni. Non c’è bisogno – concludono – di inventarsi nulla, le regole e i contratti nazionali esistono già, questo accordo dimostra che con un po’ di sforzo si può uscire da quella spirale che penalizza aziende sane e legali e lavoratori a cui nulla è riconosciuto”. Il segretario generale della Uiltrasporti, Claudio Tarlazzi, sottolinea che “l’accordo collettivo raggiunto con l’impresa Runner Pizza dimostra nei fatti che le tutele e le garanzie per i lavoratori deboli non sono il portato di un salario minimo, ma di una contrattazione nazionale ed aziendale”.
Le altre aziende che operano nel mercato del food delivery si adegueranno o faranno finta di nulla? La differenza potrebbero farla i clienti. I fattorini “regolarizzati”, infatti, verranno dotati di un segno di riconoscimento, una sorta di “bollino verde” ben visibile. Così facendo i clienti capiranno subito che il cibo da loro acquistato è stato consegnato da personale regolarmente assunto, oppure no. Piano piano questo potrebbe incidere nelle loro scelte.
Ultima considerazione: cosa penserà e farà ora il vice presidente del Consiglio e ministro del Lavoro, Luigi Di Maio, che in passato più di una volta si è impegnato a risolvere il problema dei riders? Di recente il leader del M5S ha dichiarato: “Dobbiamo dare dignità alle retribuzioni, dobbiamo accelerare l’iter della proposta sul salario minimo orario perché tutti dicono a chiacchiere di essere a favore del lavoro, ma in realtà chi approva questa legge sarà colui che avrà tutelato i diritti dei lavoratori. Chi invece, in questo momento, lo sta rallentando, sta dando una pugnalata a quei lavoratori”. Sulla riforma è in corso un braccio di ferro politico, con la Lega che, pur riconoscendo la bontà della battaglia a favore dei lavoratori, spinge per garantire costi invariati per le piccole e medie imprese.
200 ” ryders” cioé quei poveracci a 400 euro al mese che portano pizze e pacchetti in giro rischiando la vita? propaganda goebbel per i fasciostalinisti di Renzi e Co.