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Approvata la nuova legge regionale sulle cave

- Economia
31 Luglio 2019

Semaforo verde dal Consiglio regionale della Toscana alle modifiche nella legislazione sulle cave e al nuovo Piano per le attività estrattive. L’Aula si è espressa a maggioranza con 22 voti a favore (Pd e gruppo misto-Art.1/Mdp), 4 astensioni (Movimento 5 stelle) e 10 contrari (il resto delle opposizioni). Respinti ordini del giorno e emendamenti delle opposizioni. Passano, invece, alcune modifiche proposte dal Pd, in taluni casi firmati anche dalla minoranza. Stiamo parlando, ad esempio, di quella per la sospensione e decadenza dell’autorizzazione: tra le cause vengono aggiunte anche le gravi e reiterate violazioni delle norme di legge o dei contratti di lavoro collettivi relative agli obblighi retributivi. Passa anche la modifica proposta dall’assessore Vincenzo Ceccarelli che proroga il termine per l’approvazione dei Piani attuativi dei bacini estrattivi (Pabe) della Alpi Apuane al 31 dicembre prossimo, ‘previo accordo con il Ministero dello Sviluppo economico.

Gianni Anselmi (Pd), presidente della commissione Sviluppo economico, spiega che è stato scelto di trattare congiuntamente la modifica alla legge e il Piano delle cave “perché il secondo è declinazione della prima e insieme rappresentano la disciplina organica sulla materia di cui la Toscana ha bisogno. Le modifiche alla legge regionale numero 35 del 25 marzo 2015, si sono rese necessarie in seguito all’intervento della Corte costituzione che ne ha dichiarato l’illegittimità per la parte in cui qualifica la natura giuridica di beni estimati. Dopo un attento lavoro in commissione – spiega Anselmi – il testo che ha votato oggi l’aula del Consiglio è una legge che si propone di governare e monitorare con puntualità le relazioni fra produzione e territorio, favorendo ad esempio nel distretto apuo-versiliese lo sviluppo dei processi locali di filiera per i materiali pregiati (50 per cento del materiale da taglio estratto ed economia circolare con riuso dei materiali derivati) e disincentivando la delocalizzazione delle lavorazioni”. Accanto alla salvaguardia occupazionale si è puntato anche a tutelare la la qualità del lavoro, l’ambiente e le infrastrutture per la per la messa in sicurezza idrogeologica: criteri premiali, tutti questi, per arrivare ai 25 anni di durata delle concessioni.

Il Piano Cave è stato spiegato da Stefano Baccelli (Pd), presidente della Commissione ambiente e Territorio: “E’ stato un percorso lungo e laborioso  che alla fine ci consegna un Piano che è a tutti gli effetti il primo strumento di pianificazione e programmazione su scala regionale. Credo sia stato fatto un ottimo lavoro, abbiamo ora uno strumento davvero nuovo che supera i limiti oggettivi dei piani provinciali, uno strumento che punta a garantire una visione d’insieme su una vicenda complessa come quella delle attività estrattive, fissando regole il più possibile univoche per i diversi territori. Il fine principale – ha aggiunto Baccelli – è quello del corretto utilizzo delle risorse, ma con due grandi obiettivi di fondo: la tutela dell’ambiente e le uguali opportunità delle imprese, stimolando lo sviluppo di una vera e propria filiera produttiva. Questa la missione principale, utilizzare la risorsa mineraria di cui la
Toscana è ricca, sia essa ornamentale o ad uso industriale, per produrre maggior benessere in termini di nuova e buona occupazione. E’ per questo che il Piano e la legge vanno di pari passo, ambiscono insieme a produrre un salto di qualità. In questo iter parallelo abbiamo ascoltato tutti, raccolto proposte e suggerimenti”.

Tra le proposte respinte c’è quella presentata da Forza Italia e FdI, che puntava alla definizione di “cava dismessa”, quella per cui non è vigente il titolo autorizzatorio né è pendente, in istruttoria, il procedimento per ottenere il titolo. Un altro emendamento respinto chiedeva lo stralcio della proposta di legge che prevede il passaggio del sito estrattivo al patrimonio indisponibile comunale, nel caso in cui il proprietario privato non intenda esercitare l’attività di coltivazione né trasferire a terzi tale facoltà.

Forza Italia: “Brutta pagina di politica economica”

I consiglieri regionali azzurri Maurizio Marchetti (capogruppo) e Marco Stella (vicepresidente dell’Assemblea toscana), esprimono il proprio disappunto dopo l’approvazione della legge e il Piano cave. “No agli aumenti dei canoni mentre si comprime la libertà d’impresa con mille vincoli e limitazioni: così si penalizzano l’attività estrattiva e tutto il settore
cave con i suoi oltre 8mila occupati, tra diretti e indiretti. E noi a questa modalità normativa della maggioranza di sinistra regionale siamo contrari”. Entrando nello specifico gli esponenti di Forza Italia sottolineano che “la Regione con questa legge chiede di più e concede di meno e a questo noi non ci stiamo. Penalizzare l’attività estrattiva in virtù di pregiudizi veteroambientalisti nella salsa rossa di Rossi significa, nella nostra regione, far pagare l’arretratezza ideologica della sinistra a una porzione significativa di territorio, soprattutto quello dell’alta Toscana. A risentire delle piccole bombe a orologeria di cui la nuova legge e il nuovo Piano sono minati saranno le filiere dei materiali da costruzione, di quelli industriali e degli ornamentali. L’intero lapideo si troverà a dover scontare i limiti di un perimetro normativo parametrato ad hoc per imbrigliare la produzione, con ripercussioni sullo sviluppo d’impresa e occupazionale, oltre che sul gettito fiscale che il settore produce”.

Forza Italia ricorda inoltre di aver presentato vari emendamenti, puntualmente respinti. “Ci tenevamo a dare voce alle esigenze degli imprenditori del settore, portando in aula le loro istanze. La maggioranza di sinistra le ha respinte tutte, arrivando a licenziare una legge che umilia ingiustamente gli imprenditori del lapideo. Per altro, oltre al danno, questa norma porta con sé la beffa del paradosso nel rischio che si accentuino fenomeni di impatto ambientale come il ritardato ripristino dei siti estrattivi e l’incremento dei traffici per il reperimento fuori regione dei materiali. Hanno respinto anche la nostra proposta di escludere dal computo dei volumi le parti abbattute e scavate per la messa in sicurezza del cantiere e la risistemazione ambientale non strettamente riferite alla lavorazione. Siamo all’assurdo”.

Pecori: “Atto irresponsabile contro l’ambiente”

Tra quelli che protestano contro il Piano Cave c’è anche Monica Pecori, consigliere regionale del gruppo Tpt (Toscana per tutti), che con Eros Tetti, fondatore del movimento “Salviamo le Apuane” lancia un grido d’allarme: “Siamo di fronte all’ennesimo atto irresponsabile di chi sceglie il business a tutti i costi, nonostante l’ambiente sia sfruttato oltre ogni limite possibile. Nonostante si parli di overshoot day ogni giorno – prosegue Pecori- di una domanda sempre maggiore di risorse che la terra non è in grado di offrire, non è ancora chiaro che le Alpi Apuane non sono infinite, che oggi, per ogni tonnellata di marmo buono che si scava, si producono tre tonnellate di detriti, unico interesse di un business fatto alle spese dell’ambiente e che non ha nessuna ricaduta positiva sulla comunità carrarese. Il marmo scavato va in Cina grezzo e torna da noi lavorato alla faccia del valore artistico che la Toscana ha sempre avuto in tal senso. Il futuro delle Api Apuane sta nella difesa dell’identità e della cultura locale. In un’economia alternativa a quella dell’escavazione e veramente circolare. Penso all’agricoltura, alla pastorizia, al turismo, al commercio o all’artigianato”.

Eros Tetti (Salviamo le Apuane): “Catastrofe ambientale”

“Davanti alla legge 35 che consente l’escavazione dovunque – afferma Eros Tetti, fondatore di Salviamo le Apuane e coordinatore della Rete dei Comitati per il territorio – il mondo civile, deve alzarsi in piedi dimostrando indignazione, non si può oggi continuare a scavare in parco naturale o in luoghi di pregio ambientale come le Alpi Apuane. Siamo davanti ad una catastrofe ambientale e climatica e la politica, tutta, sta discutendo di questioni secondarie pur di non cambiare direzione a questo mondo che va verso un baratro”.

Foto: Wikipedia

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Un fiume unisce la Toscana e rappresenta il modo di vivere forte e intraprendente del suo popolo. L'Arno.it desidera raccontarlo con le sue storie, fatiche, sofferenze, gioie e speranze. Senza dimenticare i molti toscani che vivono lontani, o all'estero, ma hanno sempre nel cuore la loro meravigliosa terra.

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