Piccolo di statura, velocissimo, con un dribbling fulminante, gran fiuto del gol e ottime doti anche come uomo assist, Franck Ribery è sicuramente un fuoriclasse. Il suo arrivo alla Fiorentina è una buona notizia per il calcio italiano, anche se ha già 36 anni suonati. Viene da chiedersi: non avrebbe avuto più senso investire su uno più giovane? Ovviamente ogni club fa le scelte che ritiene giuste. Su questo non ci piove. E se la Viola ha ritenuto di puntare su Ribery, pagandogli un ricco stipendio (4 milioni netti a stagione), avrà fatto bene i suoi calcoli.
Arrivato a Firenze il giocatore francese si è presentato in questo modo: “Ho parlato con Luca Toni, mi ha detto che la Fiorentina è un club grande e che la città è bella. A me piace la città e in più so già l’italiano: mi aspetto grande affetto. Grazie per tutto”.
L’ex campione del mondo (ed ex viola) Toni ha parlato così di Ribery: “La Fiorentina ha fatto un grande colpo: è un grande calciatore, è stato un campione ed ha grande voglia di fare tanto. L’ho sentito, è carico: la Fiorentina ha alzato il livello, sarà una bella guida per gli altri compagni e sarà importante anche per Chiesa. Sicuramente ha fatto un grande affare, è un ragazzo eccezionale e matto, ma uno di quei matti positivi”.
Ingaggio, risparmio grazie al Decreto Crescita
Come già avvenuto per Mario Balotelli, rientrato nel campionato italiano dopo alcuni anni all’estero, anche per Ribery vale la regola prevista dal Decreto Crescita. La tassazione incide solo sul 50% dello stipendio. E si applica anche sugli stranieri che decidano di trasferire la residenza in Italia. A fonte dell’ingaggio di 4 milioni netti a stagione, la Fiorentina ne pagherà altri due di tasse, per una spesa lorda di sei milioni all’anno, anziché otto.