Secondo le stime sarà un’ottima annata per il vino toscano, con la produzione che dovrebbe aumentare tra il 3 e il 5%, con una una crescita a due cifre per i rosati. ”Siamo ottimisti – spiega Francesco Colpizzi (Vitivinicoltura-Confagricoltura) – e possiamo dire che si prevede un’annata qualitativamente ottima. Le piogge si sono rilevate salutari per lo sviluppo del ciclo di maturazione delle uve. Abbiamo iniziato con la raccolta delle uve a bacca bianca precoci, come chardonnay e sauvignon, e anche con le rosse per la produzione della base spumante e dei vini rosati. Per quanto riguarda la produzione dei grandi vini rossi toscani, bisognerà attendere ancora”.
La produzione dovrebbe attestarsi intorno ai 2,2 milioni di ettolitri. Bene anche i vini spumanti, ”sui quali le nostre aziende – prosegue Colpizzi – stanno investendo in maniera continuativa: riscontriamo innovazioni nelle cantine sul processo e sul prodotto, azioni che consentono di competere sotto il profilo qualitativo con altre regione dalla tradizione più lunga”.
Fondamentale, in un mercato sempre più esigente e variegato, puntare sulla qualità oltre che sulla quantità. E i prezzi? ”Il livello si mantiene pressoché stabile – spiega il rappresentante di Vitivinicoltura – rileviamo che alcune denominazioni hanno ritenuto opportuno fare delle politiche di contenimento della produzione”.
All’orizzonte c’è una grossa incognita. ”Vedremo con la Brexit cosa accadrà. Il Regno Unito è un mercato rilevante e di certo ci saranno ripercussioni sulle nostre esportazioni”. Incertezze anche dagli Stati Uniti, con lo spauracchio dei dazi commerciali sventolato varie volte da Trump (specie contro la Francia). ”Abbiamo gli occhi puntati sulle politiche statunitensi – spiega Colpizzi -. Bisognerà vedere cosa accadrà in termini di dazi, se è una decisione seria o solo minacce”.
“Occorre una forte politica di promozione”
Da Confagricoltura parte un accorato appello alla Regione Toscana: ”Dobbiamo lavorare con la Regione a nuove politiche di promozione”. Ma di che tipo? “Non servono solo investimenti sulle innovazioni – spiega Colpizzi – azioni che le nostre aziende stanno svolgendo con sacrificio e sforzo e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Ma anche un’attività armoniosa, analitica, compiuta e coerente sulle politiche di promozione rivolta sia ai mercati internazionali che a quello nazionale. Chiediamo una maggiore attenzione alle politiche promozionali, l’amministrazione regionale è molto sensibile e siamo certi che riusciremo a costruire un percorso efficace”.