Con alcuni speciali scanner hanno analizzato le merci in arrivo scoprendo che c’era qualcosa di anomalo. Dal controllo gli uomini dell’Agenzia delle dogane e dei Monopoli, in collaborazione con la Guardia di Finanza in servizio all’aeroporto Galileo Galilei di Pisa, hanno individuato e sequestrato circa 40mila etichette false, con scritte e loghi, pronte per essere applicate sui capi di abbigliamento, alimentando, così, il mercato dei prodotti taroccati. Individuato anche il destinatario di quel particolare carico, che proveniva dall’estremo Oriente: un uomo, di origini africane, che risiede a San Miniato (Pisa). Tra i marchi taroccati figurano Woolrich, Moncler, Stone Island, K-way.
“Sly Labels” è il nome dell’operazione, scattata dopo che alcune spedizioni dall’estremo Oriente avevano fatto scattare degli “alert”, invitando le autorità a effettuare dei controlli più serrati su alcuni prodotti in arrivo allo scalo internazionale di Pisa.
La Guardia di Finanza successivamente ha identificato il reale destinatario delle etichette, denunciandolo per ricettazione e contraffazione. “L’attività di servizio svolta – si legge in una nota del comando provinciale della Gdf di Pisa – si inquadra in un più ampio contesto operativo finalizzato alla tutela dei consumatori e degli operatori economici onesti che agiscono lealmente nel rispetto delle regole, importando e commercializzando merci dalle caratteristiche qualitative certificate e rispondenti alle normative nazionali e comunitarie”.
Una stamperia a Follonica
Sempre nell’ambito della lotta alla contraffazione si segnala un’altra operazione, che ha portato alla scoperta di una stamperia di marchi falsi, a Follonica (Grosseto), con oltre mille articoli prodotti al giorno. Tra i marchi contraffatti Stone Island, Napapijri, Colmar, Gucci, Louis Vouitton, Prada, Burberry, Michael Kors, Liu-Jo, K-Way, Woolrich, Nike, North Sails, Sundek, Adidas, Moncler, Armani, Converse, Peuterey, Fila, Ciesse, Chanel e altri ancora. Tre senegalesi sono stati denunciati. Sequestrati oltre 10.000 articoli, fra bottoni griffati, etichette e capi d’abbigliamento falsi pronti per essere venduti. Sequestrati anche oltre 60mila metri di filo utilizzabili per ricamare diverse migliaia di griffe taroccate.
Una riflessione sul fenomeno
Tutti questi prodotti contraffatti vengono immessi sul mercato perché, evidentemente, c’è chi li compra, sborsando discrete cifre per “farsi bello” con una borsa, una maglietta o un paio di scarpe taroccate. La legge punisce chi acquista merce contraffatta, ma evidentemente i controlli non sono sufficienti. Occorre fare di più.