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Anna Chromy, la magia degli Archetipi Spirituali

- Cultura
24 Settembre 2019

Guido Martinelli

La scultura è quella magia che trasforma un materiale grezzo e amorfo nell’immagine viva di un’idea. Nel caso in cui questo materiale sia il marmo l’operazione avviene per sottrazione intagliando, incidendo, asportando, fino al momento della magica rivelazione artistica in cui la nuova forma nata può trasportare tutti in un’altra dimensione interiore. Un processo creativo che fino al 10 novembre potranno vedere tutti coloro che passeranno attraverso il centro di Pisa. Sto parlando della mostra a cielo aperto “Archetipi Spirituali”, organizzata dal Comune di Pisa che, sabato 20 Settembre, è stata inaugurata nella città della torre alla presenza dell’autrice: la grande scultrice boema Anna Chromy.

Per coloro che non conoscono Anna Chromy si ricorda che è una pittrice e scultrice boema nata a Cesky Krumlov, nella Repubblica Ceca, da padre ceco e madre tedesca, il 18 giugno 1940. Iniziò la sua formazione artistica a Vienna per trasferirsi successivamente a Parigi dove proseguì i suoi studi anche alla Sorbona e con Salvator Dalì, di cui divenne amica, e fu grazie al geniale artista spagnolo che si avvicinò al surrealismo. Dalla fine degli anni ‘70 sue istallazioni e mostre sono state collocate in molte località del mondo e per questo Anna Chromy può ritenersi l’artista col maggior numero di sculture pubbliche permanenti, circa settanta, presenti in Europa e in Cina. Nel 2000, quando la città di Praga dedicò una retrospettiva dedicata al leggendario Mozart, espose la Fontana dei Musicisti e la statua del Commendatore davanti al teatro in cui si rappresentò per la prima volta il Don Giovanni. Ha ottenuto numerosi riconoscimenti come il Premio Michelangelo in Toscana e i Premi Dali e Kafka a Praga; membro onorario dell’Associazione Nazionale della Scultura cinese, ha esposto in luoghi prestigiosi come Place Vendôme (Parigi) e nel Museo Nazionale della Cina a Pechino. Dal 1988 opera a Pietrasanta dove lavora servendosi delle fonderie e dei laboratori del territorio. A Forte dei Marmi, in Piazza Navari, sul Pontile, si trovano le sculture Controvento e le Quattro Costellazioni (2001), mentre nella bella Piazza dello Statuto di Pietrasanta ci si può imbattere nel Danzatore (2003).

Gli “Archetipi Spirituali” sono stati collocati lungo un percorso che permette di ammirare nove bellissime sculture in luoghi suggestivi del centro cittadino pisano, dalla Stazione Ferroviaria fino in Via Oberdan, ovvero il Borgo Largo. Si parte dalla prima, grande scultura in bronzo patinato di ‘Sisyphus’, il grande ingannatore ritenuto padre di Ulisse, raffigurato in eterna pedalata assieme alla compagna e al figlioletto in Piazza Stazione. Seguono le due opere di ‘Chronos I’ e ‘Chronos II’, che personificano il tempo padrone e tiranno degli uomini, non lontani da ‘Alcyon’, la personificazione dell’amore, e i tre atleti in equilibrio nella condivisione di uno scopo dell’ ‘Olympic Spirit’: tutti racchiusi nella grande piazza Vittorio Emanuele II. Più avanti, in prossimità di piazza XX Settembre, praticamente davanti alle Logge di Banchi, si distingue il dissoluto ‘Don Giovanni’ mentre, dopo aver passato l’Arno, proprio davanti alla chiesa di San Michele in Borgo si ha la fortuna di trovare la suggestiva ‘The Cloak of Conscience’ ,’Il Manto della Coscienza’, in elegante bronzo dorato. Di quest’ultima incredibile opera esiste un esemplare che è la più grande scultura mai scolpita in un unico blocco di marmo (250 tonnellate).

Fatti pochi passi in Borgo e arrivati in Largo Ciro Menotti è la volta del titano ‘Prometheus’ che adirò gli dei rubando loro il fuoco. Ancora pochi metri più avanti si conclude il viaggio nell’immaginario archetipo cittadino con il prototipo dell’ardito viaggiatore, ovvero l’’Ulysses’, che ”tiene fermo il timone della speranza”. Una decima opera, ovvero il ‘Poseidon’, ha trovato la sua giusta collocazione ovviamente a Marina di Pisa, in Piazza delle Baleari.

La presentazione di questa originale mostra “en plein air” si è svolta in modo altrettanto diverso rispetto ai soliti, canonici clichè, dato che è iniziata proprio da Piazza della Stazione, dove l’assessore alla Cultura del Comune di Pisa, Pierpaolo Magnani, organizzatore dell’evento, ha dato appuntamento alla scultrice, agli altri amministratori di comuni  toscani, nonché al pubblico interessato, per ripercorrere il tracciato archetipico in modo da mostrare ad Anna Chromy come le sue opere erano state installate in città. Le telecamere dell’emittente cinese Phoenix Television, che raggiunge un’audience di 500 milioni di persone, hanno ripreso la camminata. Il gruppo, arrivato a Palazzo Gambacorti ha raggiunto la stupenda “Sala delle Baleari”, dove si è svolta la cerimonia ufficiale. L’assessore Magnani ha fatto gli onori di casa ringraziando la scultrice del grande omaggio recato alla comunità pisana. È stato invitato ad intervenire anche Adolfo Mariani, della Fonderia Artistica Mariani di Pietrasanta, che ha un ruolo fondamentale nella risoluzione finale delle opere della Chromy.

Nel corso della cerimonia è stato distribuito il bel catalogo della mostra realizzato dallo studio grafico Kosana di Viareggio, che lo ha corredato di stupende foto delle opere. Il testo è stato curato dalla giornalista del Giornale.it Serena Nannelli, che ha ideato il fil rouge tra le opere raccogliendole sotto il titolo di “Archetipi Spirituali” e scrivendo la descrizione di ognuna di esse. Tali testi si possono trovare sul sito www.annachromy.it oppure avvicinando il proprio smartphone al QR code che si trova su ciascuna statua.

Serena Nannelli ha illustrato le opere all’uditorio. Queste immagini archetipe, cosi ben rappresentate, sono preesistenti al di là di longitudini e latitudini, come ha lucidamente analizzato la giornalista. “Parlano il linguaggio dell’anima”, il loro fine è offrire ai cittadini dei piccoli spazi di meditazione utili a prendere coscienza del bello e dei valori individuali più puri. Il dna arcaico è lo stesso dell’uomo contemporaneo e questi miti servono a non farcelo dimenticare e a indurre noi stessi a scavare nelle nostre più profonde energie psichiche e spirituali. Perché altrimenti corriamo il rischio di perdere i nostri riferimenti umani e il senso della nostra presenza in questo pianeta che, aggiungo io, va difeso e protetto​ ricorrendo sia agli eterni valori della solidarietà sia, come ha specificato successivamente la Chromy, all’amore in tutte le sue forme. Tutti hanno concordato sull’importanza dell’opera di questa artista cosmopolita che ci spinge a non porre limiti alle possibilità umane perché, come ha concluso la Nannelli, ”l’arte, toccando il singolo, può spronare alla trasformazione dell’intera comunità umana”.

Alla fine della bella cerimonia l’autrice, sempre luminosa e disponibile con tutti, ha risposto ad alcune nostre domande.

Perché scolpire queste e altre statue?
Per mostrare la nostra cultura europea dato che sento che l’arte è fragile mentre noi dobbiamo costruire un’arte nuova e moderna ricca di simboli. Perché senza simboli un popolo non esiste. Occorre invece diffondere l’amore dovunque per difenderci dal male e dalla bruttezza.

Come mai è venuta a lavorare in Toscana e in Versilia?
Per scelta, perché la Toscana è la culla dell’arte e sono molto contenta di essere venuta fin qui in una regione che ogni artista apprezza e ritiene fondamentale.

Pietrasanta cosa rappresenta per lei?
È il luogo dove Michelangelo mosse i suoi primi passi e offre una grande ispirazione per ogni artista poiché qui si vive in una dimensione umana che è basilare per chiunque e soprattutto per un artista. È il posto che mi ha fatto rinascere. Qui si trovano i segreti delle tecniche della scultura del marmo e del bronzo.

Il protocollo finale della cerimonia ha purtroppo richiamato la grande artista per la parte successiva del percorso artistico delle sue opere in città e ci ha impedito di proseguire la nostra chiacchierata, che spero possa riprendere, magari quando tornerà in quel di Pietrasanta.

Mentre se ne andava con il suo seguito non ho potuto non riflettere sulle parole del filosofo Jacques Maritain, poste all’inizio del catalogo: “L’arte è l’agente di spiritualizzazione più naturale di cui abbia bisogno la Comunità Umana”. Frase importante che viene dimenticata con eccessiva facilità da coloro che invece ritengono che la loro esistenza possa fare a meno dei benefici dell’arte e quindi seguono piste avverse. Ma se non proviamo a volare alti rischiamo di perderci. Riflettiamo su questi concetti, ogni tanto. Potremmo trarne giovamento.

Guido Martinelli

 

 

 

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