L’ex presidente del Consiglio Romano Prodi stronca sul nascere il progetto, lanciato dal sindaco di Firenze Nardella, di organizzare le Olimpiadi del 2032 a Firenze e Bologna. Non dice che l’idea non gli piace ma che bisogna ragionare più in grande. “Io non voglio partecipare, io voglio vincere. E per vincere la candidatura alle Olimpiadi 2032 deve essere italiana”. Altrimenti, prosegue, è troppo forte il rischio di “essere schiacciati dalla grandezza dei Giochi”. Per essere “italiane”, quindi, occorre un gioco di squadra nazionale e, per ovvie ragioni, anche il sostegno del governo. Che ne dirà il Movimento 5 Stelle, che per la candidatura di Roma pose il veto?
Le parole di Prodi sono state una doccia fredda per l’uditorio presente al convegno-tavola rotonda, promosso a Firenze dal Quotidiano nazionale, La Nazione e il Resto del Carlino, sulla proposta dei Giochi a Firenze e Bologna.
C’erano i sindaci, Dario Nardella (Firenze) e Virginio Merola (Bologna), i presidenti della Toscana (Enrico Rossi) e dell’Emilia Romagna (Stefano Bonaccini), i direttori de La Nazione (Agnese Pini), il Resto del Carlino (Paolo Giacomin) e Qn (Michele Brambilla), due big bolognesi della politica, Pierferdinando Casini e Romano Prodi, e per il mondo dello sport Sylvia Nwakalor, pallavolista della Nazionale:.
“Le Olimpiadi sono un problema grosso – ha detto Prodi – hanno portato dei deficit impressionanti un po’ ovunque siano state fatte, a parte un paio di città. Ma per l’ipotesi di Bologna e Firenze bisogna chiedersi come si fa a vincere questa sfida, perché se si partecipa, poi bisogna vincere. Dobbiamo andare avanti con l’idea ma portarla in porto con una spesa tollerabile e compatibilità con il territorio. Firenze e Bologna facciano le Olimpiadi italiane, allargando il progetto a tutto il Paese, per avere dietro tutta l’Italia, questa può essere la sfida vincente. Bisogna creare una squadra che si metta subito al lavoro, individuare con precisione una proposta e poi presentarla al Coni “. I Giochi Olimpici del 2032 in Italia, ha concluso l’ex premier, dovrebbero essere “ampiamente diffusi sul territorio nazionale, per rendere anche i costi sostenibili, e senza prevedere nuove iper costruzioni”.
Molto preoccupato il governatore della Toscana, Enrico Rossi. “Senza una dotazione infrastrutturale, adeguata, minima, il sogno rischia di diventare un incubo. Ad esempio, noi non siamo appassionati dell’alta velocità, ma se non si fa la stazione alta velocità a Firenze non entra più neanche uno spillo a Santa Maria Novella. Poi ci vorrebbe una pista adeguata a Peretola, tenere l’attuale sarebbe una pessima immagine per il Paese. Non chiediamo più aerei, ma su una pista funzionale a Bologna sono molto avanti. Non lo dico per mettere freno all’entusiasmo, ma per andare dal Governo a trattare. Nel tempo che rimane del mio mandato sono a disposizione e vorrei far parte del comitato”. Poi Rossi ha aggiunto: “Abbiamo bisogno di fare cose sensate: ad esempio io non penso che si debba andare a costruire nuove strutture che poi rimangono lì, e in qualche caso sono all’origine anche dei dissesti finanziari degli enti locali. Bisognerà cercare tutte le sinergie con altre città, io ho detto Roma perché non mi risulta che da molte parti esista uno stadio Olimpico d’atletica che può ospitare 80.000 persone”.
Il presidente dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, ha detto che “potrebbero essere le Olimpiadi della cultura e della bellezza. Firenze non ha bisogno di spiegare perché. L’anno scorso Lonely Planet ha eletto l’Emilia Romagna ’best destination’ europea per il 2019. Ci sono tante eccellenze in pochi chilometri, con undici siti Unesco. Fra due anni Firenze e Ravenna celebreranno i 700 anni dalla scomparsa di Dante. La regione dell’Emilia Romagna non ha bellezze naturalistiche come altri, ma abbiamo fatto 60 milioni di presenze turistiche, erano 45 milioni quattro anni fa: dopo l’Expo di Milano abbiamo dato vita alla Food Valley, alla Motor Valley e alla Wellness Valley, vendiamo pacchetti turistici con cui andare a vedere i luoghi della produzione. Siamo la prima regione in Europa per i prodotti a denominazione controllata”. Per organizzare eventualmente le Olimpiadi a Firenze e Bologna nel 2032, ha aggiunto, “servono infrastrutture moderne, o più moderne. È una grande occasione per un rilancio infrastrutturale che per quanto ci riguarda sta per essere completato, ma che può vedere ulteriori sinergie nell’asse con la Toscana. Abbiamo due mari, gli Appennini, una dotazione di impianti sportivi che non ha eguali in Italia. Possiamo immaginare, come fece Torino, la riconversione di alcuni impianti. Siamo stati quest’anno la regione con il più alto numero di manifestazioni sportive internazionali. Dobbiamo provare ad avere coraggio: la sfida è difficile, ma siamo stati in grado di vincere sfide difficili in passato”.
Il sindaco di Firenze, Dario Nardella, aveva aperto i lavori sottolineando che “bisogna sognare in grande, unire sogno e realtà e questo non è progetto velleitario. L’ energia che è già scaturita è un successo e faremo Olimpiadi possibili, sostenibili per impatto e spese, le più sostenibili della storia, senza cattedrali nel deserto”. Il suo collega bolognese Virginio Merola, invece, ha suggerito di “fare la cerimonia di apertura e chiusura a Roma. Inoltre, dobbiamo per prima cosa attivare un comitato e un gruppo tecnico per passare dal sogno a un percorso costruito con sano pragmatismo”. Il sindaco di Bologna a margine dell’incontro ha poi aggiunto che a suo parere “resta valida la prospettiva di un confronto perché si crei un’unica società aeroportuale tra Bologna e Firenze”.