La cosa ancor più assurda e per certi versi intollerabile è la giustificazione che i due uomini hanno dato: “C’erano altre scritte, non pensavamo fosse un reato“. I due signori, cittadini americani di origini indiane di 38 e 35 anni, medici di professione, hanno voluto lasciare il segno del loro passaggio sulla Torre di Pisa, incidendo una scritta sul marmo. Cose già viste, purtroppo, sui nostri monumenti. Ma stavolta sono stati pizzicati e arrestati dai carabinieri.
Non si aspettavano tanto clamore. Ma verrebbe ai due dottori verrebbe da chiedere una cosa: credete che sia così normale imbrattare i monumenti? Lo avreste fatto nel vostro Paese? I due vivono a New York e sono in vacanza per un tour nel Belpaese.
Ma torniamo al gesto stupido (e inutile) di incidere il proprio nome sulla Torre. Dopo aver scritto la parola “Jeffy” (il nome di uno dei due) con una monetina, i due hanno impostato l’autoscatto per immortalare quel momento. Dopo poco l’arrivo dei carabinieri, chiamati da un vigilante a cui un altro turista aveva mostrato la foto dei due intenti a compiere la loro bravata. Il pm di turno, considerato che il reato viene punito con una pene inferiore ai 3 anni, ha subito disposto la rimessa in libertà. I due americani dovranno però rispondere del reato di danneggiamento aggravato e dovranno pagare le spese per il restauro. Il danno per fortuna non è grave.
Gianluca De Felice, direttore dell’Opera della Primaziale di Pisa (l’ente che gestisce i monumenti di Piazza del Duomo), sottolinea la “sensibilità dei visitatori pronti a segnalarci i comportamenti scorretti di qualcuno anche solo quando ravvisano il sospetto che qualcosa possa accadere”. Il segnale, forse, che qualcosa sta cambiando.
Troppo comodo,non va bene, dovevano pagare una multa da 50.000 eur per uscire di galera, con massima pubblicità su tutti i giornali.
Questo malvezzo della scarcerazione dovrebbe essere rivisto e applicato solo dietro cospicuo rimborso dei danni. Prima paghi e poi esci.