Un pari tutto sommato che ci sta quello di ieri, visto che Pisa e Spezia, di fronte a quasi novemila spettatori, si sono divise un tempo per uno. Molto più di marca ligure il primo, con i Neroazzurri spesso in difficoltà sulle fasce e incerti in occasione delle due reti prese.
Netta invece la superiorità dei ragazzi di Inzaghi nella ripresa, con la squadra di D’Angelo che si è limitata a cercare di contenere e ripartire, anche se in troppe occasioni, poco sportivamente, diversi aquilotti sono “stramazzati” a terra per banali contrasti di gioco spezzando a mestiere il ritmo dei padroni di casa, roba che in Premier League non sarebbe stata tollerata nemmeno dai tifosi della propria squadra.
Insufficiente la direzione arbitrale di Manganiello, la spinta su Tramoni, ormai praticamente a tu per tu con il portiere avversario, è sembrata meritevole di essere sanzionata con il calcio di rigore.
Diversi gli spunti di riflessione. Un approccio decisamente da migliorare, come anche sottolineato dal Mister nel post partita. La difesa non è sembrata impeccabile (ricordiamoci che è la stessa della passata stagione), in mezzo Marin una garanzia, Tourè decisamente il migliore in campo, dalla rete che ha riaperto la partita in poi, mentre davanti Bonfanti si è sbattuto tantissimo ma spesso è sembrato isolato. Nel secondo tempo di rilievo le prestazioni dei subentrati Bonfanti e Angori.
La prima considerazione più evidente mi sembra inequivocabile: in mezzo al campo si avverte la necessità di almeno un innesto di comprovata esperienza che conosca il campionato cadetto, cinque soli centrocampisti sono numericamente pochi.
Dietro è stata fatta una precisa “scelta di campo”, ovvero confermare sostanzialmente la difesa che male aveva fatto la passata stagione confidando che il gioco di Inzaghi possa migliorarne le prestazioni: si può dare fiducia, già per il solo fatto che finalmente non si riparte obbligatoriamente dal basso con lunghi e ripetuti orizzontali fraseggi, perché il Pisa di adesso appare decisamente più verticale ed offensivo, ma in marcatura si può fare molto meglio.
Davanti, un bel punto interrogativo, anche se io appartengo alla categoria di coloro che preferiscono sempre avere abbondanza di alternative: potrà bastare come punta centrale il solo Bonfanti, visto che a Lind va dato inevitabilmente tutto il tempo di capire il calcio italiano che, quanto a difese avversarie, non è certo quello danese?
Abbiamo accarezzato a lungo il sogno Lapadula, un centravanti che in B è capace di fare la differenza già solo per l’autorevolezza che porta, ma il peruviano oggi è tra i convocati nella sfida dei sardi alla Roma.
Nell’attesa delle mosse della Società, cui certo non sarà sfuggita la necessità di avere più alternative di rilievo in mezzo al campo, sabato prossimo si rigioca all’Arena Garibaldi contro una delle favorite alla promozione, il Palermo di Dionisi, sconfitto meritatamente dal Brescia di Maran nell’anticipo del venerdì. Partita da preparare benissimo e da vivere con grande intensità in campo e sugli spalti.
Ripartire dall’ottima prestazione dei secondi quarantacinque di gioco di sabato sera sarebbe già molto importante per continuare a crescere e muovere la classifica.
Andrea Cosimi