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Al Pisa Book Festival Sardelli spiega il genio di Antonio Vivaldi

- Cultura
7 Ottobre 2024

Alzi la mano chi, della generazione dei boomers, non ha ascoltato le Quattro Stagioni di Antonio Vivaldi nelle canoniche ore scolastiche di educazione musicale? Non credo di essere l’unico ad aver iniziato a sentir parlare di musica classica partendo proprio dalle note del “pretino rosso”, massimo esponente del barocco musicale del suo tempo nonché violinista virtuoso.

Anche per questo sono andato alla presentazione del libro “Vivaldi secondo Vivaldi” di Francesco Maria Sardelli (ed. il Saggiatore), ma l’altro motivo, ancor più vincente, era la presenza dell’autore. Il livornese Sardelli è infatti una grande figura di artista a tutto tondo essendo musicista, pittore e scrittore, ma forse noto ai più per la sua attività di fumettista comico-satirico sul Vernacoliere, mitico mensile satirico livornese, con il quale collabora dall’età di 12 anni attraverso celebri fumetti pervasi dalla più classica, corrosiva, ironia labronica.

In qualità di musicista, poi, è un conclamato maestro di livello internazionale, direttore d’orchestra, compositore e flautista, tra i massimi esperti dell’opera di Vivaldi nonché responsabile del suo catalogo.
In questo interessante incontro nell’Auditorium Navi Antiche il maestro Sardelli, ben sollecitato dal suo interlocutore Manfred Giampietro, direttore dell’Orchestra dell’Università di Pisa, ha condotto gli spettatori all’interno del mondo vivaldiano spiegando come, rispetto ad altri sommi autori del suo tempo, egli sia rimasto nell’oblio per secoli fino agli anni trenta del secolo scorso.

Praticamente solo dagli anni successivi alla fine del secondo conflitto bellico mondiale si è iniziato a riscoprire l’opera del geniale parroco veneto, di cui si è persa buona parte della produzione musicale e anche per questo è tuttora difficile ritrovare l’autentico frutto del suo talento musicale.

Sardelli pensa che Vivaldi sia forse il compositore barocco più soggetto a “deformazioni, equivoci di lettura e deliberati strapazzi”. Insomma, va ancora compreso e studiato e il libro presentato va in questa direzione.

L’opera è un vero e proprio viaggio fra i manoscritti intesa a ricostruire il modo autentico d’intendere e interpretare le opere vivaldiane, argomento complesso che l’autore è riuscito a far comprendere anche ai non addetti ai lavori coinvolgendo l’uditorio come solo i grandi riescono a fare.

Infatti, mentre sto scrivendo aleggiano intorno a me le note dell’allegro in mi maggiore della Primavera recando leggerezza e beatitudine. Quando s’incontrano la musica e la letteratura si raggiunge il Nirvana facilmente. Vero?

Guido Martinelli

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