Non ci devo pensare. È chiaro a tutti da Agosto. Non ne voglio parlare, neanche con i più stretti. Minimizzo, insisto sul fatto che la serie B è bastarda. Si rimescolano le carte con poco. Al gol di Angori mi sono sentito stupido perché mi veniva da piangere. Ero lontano. La curva festante mi ha riportato al maledetto spareggio che ha fatto male, perché quella era la mia squadra.
Mi rivedo in Stefano Accorsi in Radiofreccia, che parla di notte ad un microfono aperto di un’altra squadra nerazzurra, mentre forse non lo ascolta nessuno. Mi rendo conto che “non è detto che non ce ne saranno altre belle in maniera diversa”. Lui parla dell’Inter di Herrera Corso e Mazzola. Io del Pisa di D’Angelo, Masucci e Gucher. Mi prenderete per pazzo ma solo sabato pomeriggio mi sono sentito per la prima volta affine a questo nuovo corso.
Questo è ciò che ho scritto e non spedito alla redazione per essere pubblicato la scorsa partita.
Sabato a Carrara la musica è cambiata. Il “sesto” della macchina scombina tutti i piani, non entra senza la curva, ci ritroviamo seduti a Colonnata con 10 chili di lardo nello zaino e seduti al LARD ROCK CAFÈ dopo un rally fra le montagne che ci evoca ricordi tipo Delta integrale , Miki Biasion e per i più datati Lancia Stratos.
Entriamo in gradinata dove a parte i soliti due fenomeni veniamo accolti a dovere dai locali. I nostri non ne fanno una giusta e perdiamo senza appello. Nessun dramma ma le altre due vincono agevolmente. Lo sport è crudele e dovremo scannarci con il gigante che ha occupato i nostri cuori per diverso tempo.
L’Omone in testa alle truppe del nostro “peggior nemico”. Come nelle battaglie epiche rievocate nelle chansons de geste. Bonna Ugo, forza Pisa!