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Dal cammino di Santiago nasce un libro che è un viaggio dentro se stessi

- Cultura
27 Novembre 2024

Ci fa piacere parlarvi di un tifoso del Pisa che ha scritto un libro, dal titolo “Buen camino”. Nato a Pietrasanta nel 1993 da padre pisano doc e madre versiliese, Michael Profeti risiede a Stiava, nel comune di Massarosa. Lo abbiamo contattato per sapere di più sul suo lavoro e per conoscerlo.

Allora, Michael, parlaci un po ‘di te…

“Mi sono diplomato geometra, poi ho deciso di intraprendere il percorso universitario, laureandomi in Economia aziendale all’ Università di Pisa e poi ho fatto la magistrale in marketing e ricerche di mercato prendendo anche quella laurea. Nel frattempo ho fatto lo studente lavoratore in un supermercato Conad a Forte dei Marmi, in più ho sempre coltivato le mie passioni. Sono arrivato a giocare a calcio in prima categoria, poi in seconda e terza in alcune squadre locali versiliesi. Con mio padre, Fabio Profeti, coltivo la passione per il Pisa e andiamo allo stadio insieme. Un modo bello per stare insieme. Con lui ed altri miei amici abbiamo fondato il gruppo dei ‘Pisani in Versilia’, coltivando questa nostra passione per la squadra nerazzurra”. 

Come è nata l’idea di questo libro?

“L’idea del libro è nata perché, fondamentalmente, a me è sempre piaciuto scrivere per superare a volte momenti difficili oppure per prendere maggior consapevolezza delle mie emozioni. Attraverso la scrittura riesco a trovare una valvola di sfogo. Nell’arco della mia giovinezza, soprattutto dai 24 anni in poi, ho iniziato a sfogarmi in questo modo, oltre a fare attività fisica e trekking. Il libro è nato quando dissi a mio padre di fare il cammino di Santiago insieme a me. Sentivo la necessità di prendermi del tempo, avendone sempre di meno, con il lavoro che mi teneva lontano da casa tutto il giorno. Mio padre accettò”.

A chi si rivolge il libro? 

“Durante il cammino, proprio nell’ultimo giorno, iniziai a scrivere le emozioni che avevo provato in quel viaggio e da quelle bozze lo scorso anno ho deciso di scrivere il libro per aiutare chi, come me, prova le stesse senzazioni, ma che se le sente sfuggire per il poco tempo a disposizione. Mi ha aiutato a prendere consapevolezza di ciò che ho imparato durante quei giorni di viaggio. Il libro parla del cammino paragonato alla mia vita, al rapporto padre-figlio, alle nostre passioni che sono il calcio ed il Pisa, al cambiamento climatico, ai problemi di ansia, oltre che di tutti i temi che stanno caratterizzando la nostra generazione”.

Questa è la prima esperienza editoriale oppure hai già scritto altro?

“È assolutamente la prima esperienza”. 

Perché il titolo “Buen camino” e a chi si rivolge?

“Buen camino” perché fondamentalmente tutti i pellegrini che intraprendono il cammino di Santiago, si scambiano, pur non conoscendosi, queste due semplici parole che hanno il significato molto profondo di augurio. Sostanzialmente vuol dire “Buona vita”, cosa che spiego bene nel libro. Ho dato questo titolo perché auguro a qualsiasi persona che lo leggerà una buona vita, affinché anche il mio libro sia di aiutoper affrontare con maggiore consapevolezza la propria esistenza. La vita stessa è un viaggio verso noi stessi, alla scoperta di noi stessi, seguendo i propri interessi e le passioni. È un libro rivolto a chiunque, dove tutti possono rispecchiarsi e trovare spunti di riflessione, al di là del cammino di Santiago”. 

Stai facendo diversi incontri di presentazione: dove sei stato e come è stata accolta dal pubblico questo tuo lavoro?

“La prima presentazione l’ho fatta a settembre alla Cittadella del Carnevale di Viareggio, dove erano presenti un centinaio di persone, quindi è stato un successone. La seconda a Gallicano, alla presenza di una quarantina di persone. Diciamo che chi sta leggendo il libro lo sta apprezzando tanto, lasciando buone recensioni. Il libro è acquistabile online su Amazon e su Mondadori o in libreria. Da chi lo legge ho avuto apprezzamenti, vuol dire che il mio messaggio sta arrivando al meglio”. 

Hai già in mente una nuova storia da raccontare?

“Diciamo che sto continuando a scrivere, perché la scrittura per me è terapeutica, io scrivo e viaggio dentro me stesso, magari chissà, dalle bozze che continuo a scrivere, in futuro potrebbe nascere un altro racconto, però, al momento un vero progetto in testa non ce l’ho, anche perché mi sto godendo questo mio libro, anche se, ripeto, sto continuando a scrivere”. 

Passiamo ad altro. Sappiamo che sei anche un grande tifoso del Pisa. Come è nato questo amore per i colori nerazzurri?

“Dentro di me ho sangue pisano, perché mio padre Fabio è pisano, ed ho parenti di Pisa, quindi fin dalla nascita mi sento assolutamente pisano anche se a Pisa non ho mai vissuto. In più mi sono innamorato del Pisa perché quando avevo quattro anni mio padre mi portò subito all’Arena e io rimasi a bocca aperta, rimanendo affascinato dal tifo nerazzurro ed ho sempre più amato la mia città, perché così ho sempre visto Pisa, pur essendo nato in Versilia. Poi l’aspetto positivo è anche quello che molti miei amici che non hanno proprio sangue pisano si sono avvicinati al Pisa, grazie al meraviglioso tifo che hanno vissuto quando sono venuti con me allo stadio. Con questo tifo meraviglioso anche chi non è pisano, poi lo diventa”. 

Come vedi il Pisa di quest’anno?

“Sono molto ottimista, infatti il mio libro è rivolto in qualche modo ad augurare un ‘Buen camino’ alla mia squadra del cuore. Il libro è uscito quest’anno e spero che sia di auspicio per culminare in quel sogno della serie A, che per me sarebbe la prima volta. Inoltre parlo anche di Romeo Anconetani attraverso i racconti di mio padre. Per me il raggiungimento della massima serie sarebbe un sogno che si realizza. Quindi ‘Buen camino’ al Pisa ed a tutti i tifosi nerazzurri!”.

Maurizio Ficeli 

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