La scomparsa delle api potrebbe rovinare l’equilibrio naturale dell’ecosistema. Molteplici aspetti da essa dipendenti potrebbero cambiare causando: la cassa integrazione per molti operai, aumento del traffico cittadino, disagio nella consegna di pacchi e materie prime, etc.. No, non stiamo parlando, almeno in questo caso della salvaguardia dell’ambiente. Le Api in via di celere estinzione sono quelle che nascono, o meglio nascevano in quel di Pontedera (Pisa), all’interno delle catene di produzione Piaggio.
Già, l’apicidio è stato confermato proprio in questi giorni dai vertici dell’azienda che, guarda caso, ha messo in contemporanea, a “beneficiare” dell’ammortizzatore sociale (giusto per rimanere in tema di meccanica) un migliaio di dipendenti. A questo punto potremmo anche recitare il de profundis per un gioiellino realizzato in varie tipologie, cilindrate e stazze, che ha caratterizzato oltre mezzo secolo le nostre strade cittadine e/o dell’immediate periferie agricole.
Ovvio che il “movente” dell’apicidio ha “soltanto” ragioni economiche. Tant’è che il “tre ruote” continuerà ad essere fecondato e “allevato” negli stabilimenti della iperdensamente popolata India, dove apini, apetti ed aponi hanno già cittadinanza da tempo.
A noi non rimane che il ricordo delle apette, soprattutto 50 cc, coloratissime e festose quasi quanto l’Ape Maya, che elargivano pennellate di buonumore al solo vederle “svolazzare” allegramente nel traffico cittadino. L’eutanasia di questo gioiellino cult, scatenerà, prevediamo, l’interesse dei collezionisti e dei nostalgici e c’è da giurarci che almeno gli Apini 50, giallo canarino, saranno presto battuti all’asta da Sotheby’s a New York, proprio come la banana di Cattelan. Mi raccomando , però cercate di accontentarvi di un po’ meno di 6,2 milioni di dollari!
Doady Giugliano
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