– Guido Martinelli –
Se c’è una espressione artistica che dalle origini della storia è sempre presente nelle attività umane è il coro. Quando una comunità vuole cantare le lodi al suo signore o esaltarne momenti importanti ricorre al canto, che diventa un momento socializzante e importante per rinsaldare legami e accrescere l’autostima personale e generale. Tra tutti i canti l’Inno è senza dubbio il più importante per rafforzare l’amore per un territorio ed esaltarne caratteristiche e valori. Da qualche anno a Pisa ne è stato dedicato uno: l“Hymnus in Pisas” di cui Alessio Niccolai ha curato il testo, la musica e l’arrangiamento. La prima strofa recita così:
Destati o citade alfea
Rinasci da un lungo torpore!
Fra il focoso Auser e il placido Arnus
All’ombra del Monte Pisan
Scambiamo quindi due chiacchiere con l’autore di quest’opera, direttore del coro “Alma Pisarum Choir”, per saperne di più dell’autore e della sua attività.
Maestro Niccolai, ci può parlare di lei e del suo coro?
Volentieri. Sono musicista e compositore iscritto alla Siae dal 1998, copywriter nonché scrittore di fantasy. Dal giugno 2016 dirigo questo coro che ha mosso i suoi primi passi nei locali del Circolo Arci di Avane, nel Comune di Vecchiano. È un progetto sicuramente ispirato al mio grande amore per la storia pisana e nel tempo ha dato forma e sostanza ad un vero e proprio polo di aggregazione, tanto da divenire Associazione di Promozione Sociale.
Quanti sono i componenti del coro?
Circa una trentina di età variabile dai 12 anni in su. Se qualcuno avesse intenzione di ingrossare le nostre fila sappia che “chiunque sia intonato può cantare e chiunque ami cantare lo può fare a quattro voci”, secondo la nostra concezione: breve e divertente provino collettivo e… benvenuto!
Dov’è la vostra sede?
La sede legale dell’associazione è a Vecchiano, mentre la Sala Prove si trova al Centro Civico “Del Genovese” di Ripafratta, Via Statale Abetone, n° 264 che è gestito dall’associazione “Salviamo la Rocca”, molto attiva nella salvaguardia di questa importante testimonianza storica della storia del nostro territorio.
Qual è la filosofia del gruppo?
Il nostro modello è la Laica Schola Cantorum, nodo di convivialità, integrazione e socializzazione. E dove lo “show” finale è lo stimolo autoformativo.
Qual è il vostro repertorio?
È discretamente innovativo. Per esempio, sono molto affezionato ad “Ameno” degli +eRa+, gruppo occitano dedito alla memoria dei cataro-albigesi. Mi rivolgo pure a brani pop famosi come “Africa” dei Toto, “Somebody to love” dei Queen o italiani come “La fiera dell’Est”. Ho arrangiato io stesso per coro SATB molte di queste partiture in modo piuttosto innovativo secondo il principio per cui “se è musica si può cantare a quattro voci”. A volte con qualche slancio di audacia come nel caso della rielaborazione per coro della “Toccata in RE minore dorica” (BWV 538) di J.S. Bach. Altra operazione che mi ha interessato è stata la trascrizione di “Palladio” di Karl Jenkins musica di un celeberrimo spot pubblicitario degli anni ‘90. In questo caso il testo è stato costruito con consonanze ispirate a lingue antiche, sia pur privo di significato.
Dove vi siete esibiti fino ad ora?
Alla Festa della Rocca innanzitutto, occasione cui non potevamo certo mancare e che ci stava ovviamente molto a cuore, nonché in diversi altri momenti associativi nei comuni del lungomonte pisano, considerati i buoni rapporti fino ad ora intercorsi tra noi, il territorio e la sua comunità. Voglio sottolineare che siamo un’associazione aperta a qualsiasi contributo e collaborazione, sia pur con doverosi distinguo di natura democratica.
Progetti per il futuro?
Vorremmo realizzare delle solide partnership e scambi culturali con altri realtà corali dell’area relativa alla storia di Pisa come la Sardegna, la Corsica, il Sud della Francia, il Medio Oriente. Per questo abbiamo già attivato dei contatti. Stiamo anche meditando sulla possibilità di realizzare una rassegna per cori per la prossima primavera. Per concludere vorrei soddisfare una mia curiosità sulla sua attività di scrittore.
Ce ne può parlare?
Con molto piacere. La creatività si sviluppa in tanti modi e a me, oltre a scrivere la musica piace cimentarmi pure con storie fantasy, genere che prediligo sin dall’età liceale. Trattasi di trasfigurazioni di territori esistenti in cui si snoda il multiverso e la Teoria del Caos in forme più sud che nord europee. Il mio “Le piogge di Cònelant” si può trovare nei principali store dell’etere ed ha già avuto un discreto riscontro.
Ringraziamo Alessio Niccolai per la gentile disponibilità e gli formuliamo i migliori auguri. Chi è interessato alle sue proposte può contattarlo all’indirizzo email powertoart[at]gmail.com o al cellulare 347.106.9260.
Che la musa Erato, protettrice del canto corale, continui a concedervi i suoi favori illuminando la vostra strada.