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“Nuova base militare nel Parco: ecco perché è una scelta sbagliata” / Cristiana Torti

- Politica, Primo piano
20 Gennaio 2025

Cominciamo dai fatti e dai dati: con decreto-legge 29 giugno 2024 n. 89 convertito l’8 agosto 2024, il Governo Meloni ha individuato nel CISAM l’area “per la realizzazione delle nuove sedi dei Reparti di specialità dell’Arma dei Carabinieri (GIS e 1° Reggimento Tuscania)”, e ha destinato la realizzazione di una pista e di un poligono al Comune di Pontedera. L’intervento al Cisam avrà un’estensione di circa 90 ettari, quello su Pontedera ne occuperà circa 40. In tutto 130 ha, ovvero 1.300.000 metri quadri.

La nuova base è quasi il doppio di quella precedentemente prevista nel 2022 per Coltano dal Decreto Guerini, la quale, pur già parecchio grande, occupava 73 ettari; è assai aumentata anche la spesa, visto che si passa dai precedenti 190 milioni ad una stima di almeno 520 milioni di euro. Non conosco i bisogni logistici dei carabinieri, né mi permetto di esprimere giudizi nei confronti di un’Arma stimabile e stimata, ma non c’è dubbio che la cifra sia molto molto elevata e che l’estensione geografica dell’operazione sia notevole.

Anche se, a differenza di quello di Coltano, il progetto di questa base non è stato ad oggi reso noto (furono divulgate 4 slides scolorite), nella legge si trova la planimetria, che consente di capire alcuni elementi: il primo è la grandezza e la precisa localizzazione; il secondo è la densità della vegetazione presente in quell’area. Non è difficile dunque calcolare il numero di alberi che saranno, usando un eufemismo, interessati, ovvero abbattuti. Non saranno tre o quattro, come afferma qualche burlone, e nemmeno, purtroppo, 2500, come sta scritto nel Verbale del Tavolo interistituzionale firmato da Ministero, Arma, Provincia, Regione, Parco e Comune di Pisa nel Settembre 2023. Intendiamoci, 2500 alberi sono già tantissimi! Ma non basteranno, perché, considerando appunto la planimetria, si arriverà a circa diecimila. Naturalmente gli alberi si possono ripiantare, ma non è la stessa cosa. Perché se si distrugge un habitat secolare, occorreranno decenni e decenni perché si ricostituisca, e non si tornerà mai allo status quo ante. Con irreversibili ferite ambientali.

Sempre dalla planimetria, si vede con chiarezza come gli edifici già esistenti siano pochissimi e di poca consistenza. Uno di essi, oltre tutto, è il reattore spento e da bonificare, e, accanto, c’è un deposito di scorie radioattive (civili e militari) per le quali al momento non si è trovata collocazione. Dunque è scontato che, a differenza di quanto detto, si dovrà costruire e consumare nuovo suolo, e non poco. E suolo prezioso.

I problemi non sono finiti. La base sorgerà in una pregiatissima zona boscata nell’Area Interna del Parco MSRM, un habitat Natura 2000 di bosco planiziale costituito da foreste con alberi secolari di latifoglie con dominanza di farnia e pinete di pino domestico, Habitat Natura 2000, protetti a livello internazionale. Essa fa parte della Selva Pisana (Scheda IT5170002) ed è tutelata dall’Unesco. Se sarà devastata, è quasi certo che il Parco non potrà mantenere il prestigioso riconoscimento di riserva della Biosfera UNESCO, ed è assai probabile che l’Unione Europea apra una procedura di infrazione, per il danneggiamento di un bene naturale protetto.

Qualcuno ha parlato di “compensazioni”. Da solo il termine fa capire che se ci sono compensazioni vuol dire che si sono fatti dei danni. Ma è bene ricordare che nella documentazione finora NON si parla mai di compensazioni, ed esse al momento restano uno specchietto per le allodole. Esattamente come le presunte ricadute economiche, possibili ma da nessuno quantificate né dichiarate con precisione.

Per finire, nel nuovo Piano integrato del Parco in approvazione in Regione, il CISAM è stato inserito nelle aree antropizzate a destinazione militare (DAM), di recente invenzione. E in esse ad oggi sono permesse opere di urbanizzazione primaria senza limiti e costruzioni per addizione volumetrica pure senza limiti.

Se niente cambia, dati alla mano possiamo dire addio a questa consistente parte di Selva Pisana, ambientalmente pregiatissima e gioiello del Parco, ed è bene esserne consapevoli. Per costruire una base militare, si possono trovare altre localizzazioni e si possono utilizzare edifici già presenti, magari sottoutilizzati o addirittura vuoti, come le molte caserme esistenti sul territorio. Per tutte queste ragioni, farò quanto posso per evitare questo grave scempio ambientale.

Cristiana Torti

Planimetria presente nella legge
Edifici esistenti

Foto in alto: la recinzione dell’ex area militare di Coltano. Foto Wikimedia/Gigius123

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