L’Italia, si sa, è il paese delle continue polemiche. L’ultima, in Toscana, riguarda il rigassificatore di Piombino. “Ancora per quello?”, dirà qualcuno. Sì, ci risiamo. Il motivo è presto detto: Confindustria Toscana chiede di lasciarlo dov’è, mentre la Regione Toscana non ne vuol sapere. Lo scontro è aperto.
La nave rigassificatrice, ancorata nel porto di Piombino dal luglio 2023 per fronteggiare i problemi agli approvvigionamenti sorti dopo l’inizio della guerra in Ucraina, sarebbe dovuta restare in Toscana tre anni, per poi essere spostata in Liguria. Però ora a Vado Ligure c’è una fortissima opposizione e gli industriali della Toscana (Centro e Costa) sono dell’avviso che l’infrastruttura possa essere utile lì dov’è.
“L’economia del territorio ha tratto vantaggi dalla crescita dei servizi legati alla presenza dell’impianto”, ha detto Maurizio Bigazzi, presidente Confindustria. Per suffragare la propria tesi, come si leggere sul Sole 24Ore, sottolinea che se anche la nave venisse portata altrove nel porto piombinese resterebbero le tubature per i collegamenti, che per legge non possono essere smantellate. Quindi, conclude Bigazzi, se ci sono i tubi perché non utilizzarli?
Dalla Regione Toscana però arriva un secco no, tramite il presidente Eugenio Giani, che è anche commissario governativo per il rigassificatore: “Ho firmato una autorizzazione per tre anni e l’argomento sarà affrontato quando ci avvicineremo alla scadenza. In ogni caso vorrei veder spostare la nave”.
Nel futuro di Piombino possono convivere l’acciaio (da rilanciare) e il gas? Domanda da un milione di dollari (o forse più). C’è chi pensa di sì. L’importante, però, è avere ben chiara l’idea di futuro che si ha di Piombino e della Toscana. Non molto tempo fa il sindaco di Piombino fece una dura battaglia contro il rigassificatore. Ora che dice? Difficile che abbia cambiato idea. Ma i cittadini cosa ne pensano? E le tanto sbandierate compensazioni (sconti in bolletta, opere pubbliche) sono arrivate?
Foto: fsuitalia.it