La vela pisana, e non solo, piange la scomparsa di Ferruccio Scalari, 85 anni, la maggior parte dei quali passati in mare (il babbo aveva un peschereccio) e in barca a vela, dopo le prime esperienze agli inizi degli anni 1970 sul Miranda III di Giancarlo Bianchi, maestro di tutti nello sport della vela.
Socio fin dalla fondazione dello Yacht Club Repubblica Marinara di Pisa, del quale è stato consigliere e vice presidente, ha dato un grande contributo alla crescita della vela d’altura pisana grazie alle sue qualità di sportivo e di marinaio.
Non si contano i successi delle imbarcazioni che ha sempre timonato con grande capacità e padronanza associando a queste qualità una innata signorilità e dei tratti sempre gentili e rispettosi. Scamperix era sempre ormeggiata in Arno, al pontile di sua proprietà o, durante la stagione invernale, al Cantiere La Fornacina dei fratelli Renzetti, cari amici da sempre, per i lavori che seguiva personalmente grazie alla sua grande esperienza tecnica.

Il club pisano, ma anche tutti i velisti di Livorno e Viareggio che lo hanno conosciuto apprezzandone grinta e competenza durante le regate, si stringono attorno alla moglie Nicoletta, il figlio Giacomo e i nipoti. Dai messaggi di cordoglio si capisce e apprezza la personalità dell’ingegner Scalari e gli aggettivi non sono di circostanza: persona speciale, grande marinaio, vero signore, gentile, accogliente, grande uomo.
Tralasciando le sue qualità di professionista e docente universitario con una carriera che lo vide prima assistente poi professore di ruolo alla facoltà di Ingegneria dell’Università di Pisa, attivo e ricercato fino a pochi anni fa per le sue capacità scientifiche. Con lui scompare un volto indimenticabile della vela pisana.
Andrea Bartelloni
Foto Taccola