– Giuseppe Capuano –
Si è svolto alcuni giorni fa, nella sede della Camera di Commercio di Pisa, l’interessante convegno “Dall’eccezione alla quotidianità – Un progetto di vita sostenibile tra lavoro e autonomia abitativa” organizzato dal Coordinamento Etico Caregivers della città della Torre pendente. Un tema finalmente sviscerato a tutto tondo, moderato dal professor Gian Luigi Ferrari dell’Università di Pisa, a cui hanno partecipato numerosi cittadini, specialmente docenti e educatori.
Hanno aperto gli interventi i dirigenti e professionisti dell’associazione, la presidente Maria Antonietta Scognamiglio, la psicologa Michela Silvestri, l’educatrice Stefania Costantini, l’agronoma Alessandra Greggio. Protagonisti in questa prima fase i “ragazzi” del Coordinamento che hanno motivato le loro richieste di autonomia con dei simpatici video accompagnati da didascalie in CAA (Comunicazione Aumentativa Alternativa). Ma ridendo e scherzando Arlecchino dice la verità, recita un vecchio proverbio (d’altronde è il pomeriggio del giovedì grasso), e la verità è tutta nella richiesta forte che questi “ragazzi” lanciano alla sala per poter finalmente intravedere un concreto percorso di autonomia realizzativa che includa un lavoro dignitoso e un luogo dove abitare.

Sono seguiti poi gli interventi di chi sul campo ci lavora, chi cerca di saldare i desideri e le aspirazioni con gli strumenti e le risorse del territorio. Sono intervenuti pertanto Anna Cotrozzi e Alice Sensi per la Società della Salute, Serafina Vella per ARTI/Centri per l’impiego della Regione Toscana, Stefano Carboni della Coop Arnera e Marco Michelucci della Coop Aforisma. Molti gli aspetti ancora da sviluppare, in primis la sinergia e la collaborazione fra tutti gli attori: famiglie, aziende, istituzioni, scuole, università, volontariato.
Non si tratta solo di far incrociare domanda e offerta, c’è bisogno di un nuovo approccio multidisciplinare e culturale, di un cambiamento del linguaggio e della comunicazione, di formazione specializzata, di accessibilità totale, a partire dalla rimozione delle barriere architettoniche. Un’innovazione che, contro ogni pensiero dominante, non sarebbe solo un peso per le aziende ma potrebbe rappresentare un’incredibile possibilità di rinnovamento, per esempio, ma non solo, sul versante della sicurezza e dell’inclusione. Ma certamente c’è necessità di un forte supporto alle aziende che vogliano intraprendere questi percorsi.
Al termine gli interventi delle assessore regionali Alessandra Nardini e Serena Spinelli, le voci della politica che ha il compito di creare la cornice legislativa che possa permettere tutto ciò. Molti risultati sono stati raggiunti, le risorse ci sono e vanno intercettate, un buon numero di persone disabili ha già accesso al mondo del lavoro. Ma non basta, bisogna poter dare più continuità a chi intraprende un percorso lavorativo in modo che diventi stabile e allargare la base dei possibili fruitori. A fronte infatti di un buon risultato per alcune categorie di disabilità c’è l’esigenza di pensare anche alle disabilità motorie gravi,
ovviamente più complicate viste da una prospettiva aziendale.
Giuseppe Capuano
