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Cosa sta accadendo alle foci dell’Arno e del Serchio?

- Cronaca, Primo piano
26 Marzo 2025

Due-tre metri. È l’arretramento fatto registrare ogni anno dalla foce dell’Arno e del Serchio, i due fiumi più importanti della Toscana. Ancora peggio va al delta dell’Ombrone, in Maremma, con l’erosione che raggiunge 5-6 metri. L’allarme arriva dalla professoressa Monica Bini, docente del dipartimento di Scienze della terra dell’Università di Pisa.

In un’intervista a La Nazione la docente spiega che le cause sono globali e locali. Partendo da un dato a livello nazionale: il 66% dei principali fiumi italiani è soggetto all’erosione costiera, che sale addirittura al 100% se si escludono le aree protette da difese artificiali. Insomma, se l’uomo non si dà da fare per porvi rimedio, il mare si mangerà fette sempre più importanti di costa, con tutte le conseguenze del caso.

Basti pensare che, secondo le stime della professoressa Bini, nel 2100 il livello del mare dovrebbe alzarsi di circa un metro. Immaginate cosa vorrà dire provando a fare mente locali sulle nostre località affacciate sul mare.

Come se ne esce? L’uomo può fare qualcosa? Diciamo che ciò che si è fatto sino ad ora (i famosi ripascimenti) è non solo molto costoso, ma assai poco duraturo. Bisogna intervenire continuamente. L’alternativa, visto che il mare non si può arginare, è quella di studiare una via di fuga. Che poi, a ben vedere, è quella stessa strada che percorsero i nostri antenati, per motivi diversi, quando si rifugiarono sulle colline per uscire dalle paludi malsane o, in altri casi, dagli attacchi provenienti dal mare. Spostarsi, dunque, e cercare di difendere con tutte le energie quelle zone che non possono essere abbandonate al loro destino. Ossia, concentrare tutti gli sforzi e le risorse a difendere i luoghi più sensibili e dove più forte è la presenza umana.

C’è davvero di preoccuparsi di queste previsioni allarmistiche. Non ci resta che affidarci alla scienza, sperando che l’uomo trovi qualche modo per arginare quello che, ad oggi, appare un un destino già segnato.

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Giornalista.

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