Festa pagana nella Città del Tricolore. Chiudo il negozio alle 10 di mattina con i clienti attoniti. “Mi spiace signori, abbiamo fatto il turno notturno. Dove sto andando? Non ve lo posso dire ma manca poco, poi ve lo dirò”.
Il capo organizzatore non mi dà pace: “Si fissa Bari”. Mi esorta a fare la prenotazione dell’aereo per la trasferta dei panzerotti e del pesce crudo. Diventa il mantra della trasferta perfetta. Ogni volta che ci incrociamo con gli occhi mi tormenta: al ristorante, in curva, mentre camminiamo. È convinto che sarà la citta dell’apoteosi.
Calma, lo dico io quando è fatta! Ne ho titolo.
“Si fissa Bari” diventa una chanson assurda che ci porteremo come ricordo per sempre.
Miliare questa pietra conficcata nella stagione pazzesca dei ragazzi del sempre generoso Pippo. Si avverte l’odore della paura ma… un pareggio non basta più bisogna vincere.
Pialliamo la squadra che come capitano ha un “amico” di Pisa e questo dispiace, ma spieghiamo le ali come una splendida farfalla nerazzurra che veleggia nel vento e nel cielo emiliano, come le bandierine nerazzurre con quella punta di alchermes, che rappresentano l’orgoglio crociato della città della Torre, che hanno reso il settore, dove l’emozione del Popolone ha pulsato come sempre, Hors Catégorie.
Al ristorante, dove a dare il meglio siamo noi, dopo la solita sventagliata di affettati suini e reggiano, arriva lo Specialista. L’uomo che detiene il potere sul carrello dei bolliti. Fa solo quello nel locale, con maestria armeggia la cazzuola per il purè, un paio di sciabole per il culatello e i vari zampocotechini, un coltello affilato per il ripieno, e si esalta, esaltandoci, con gli ammennicoli. Testina, lingua, zampino, lonza, cappone, bagnèt verd, mostarda di frutta, peverada. Sembra uscito da quei film ad episodi degli anni 70, riporto chilometrico compreso.
Alle 14 il meno ubriaco, il direttore di questo giornale, richiama tutti all’ordine gridando che dobbiamo andare. In coro rispondiamo “dove?”. Lui sardonico sorride e dice “dove non possiamo ancora dirlo”. Per adesso. Bona Ugo. Forza Pisa!
Francesco Fasulo




