Alcune settimane fa mi sono recato a Livorno, presso la sede del quotidiano il Tirreno, per le elezioni dell’Ordine dei giornalisti. Mi ha accompagnato in macchina la mia amica Sabrina Patti, con la quale avevo deciso di fare una visita al santuario di Montenero, quindi quale migliore occasione per unire l’utile al dilettevole, anche se in senso spirituale?
Entrato nel palazzo di viale Alfieri mi è parso di respirare il “profumo” della carta stampata e dell’inchiostro. Mi presento, consegno il tesserino di giornalista per la registrazione e vado a votare, inserendo poi le schede in due urne. Una collega mi fa apporre la firma nel registro, al che mi permetto di fare una battuta: “Non sarà mica una cambiale da cento milioni, vero? Perché tanto non la posso pagare”. Saluto tutti e con Sabrina andiamo prima a fare colazione al vicino bar “Il Tramezzino”, su viale Carducci, dopodiché viriamo verso Montenero.
La giornata è bella, in barba alle previsioni che davano pioggia. Altrettanto favoloso il panorama che si ammira dall’alto, con la costa livornese e pisana e le navi in attesa di entrare in porto. Inoltre si vede benissimo la catena dei monti pisani con il Serra e le cave di Vecchiano.
Parcheggiamo l’auto poco sotto e ci avviamo a piedi nella piazza del Santuario, dove le baracchine di color verde, adibite alla vendita di souvenir, sono tutte desolatamente chiuse, eccetto una, proprio davanti alla scalinata del santuario. Io e la mia amica ci avviciniamo per comprare delle collanine e dei portachiavi con l’immagine della Vergine di Montenero e di Padre Pio. Un signore di circa 70 anni, Giorgio, molto dinamico e gentile, ci viene incontro con grande disponibilità. Parlando poi del più e del meno ci domanda di dove siamo e noi: “Di Pisa”. Lui risponde: “Anch’io sono di Pisa, voi di che zona siete di preciso?” Rispondo io: “Di Porta a Lucca!!”. E Sabrina: “Io di San Giusto”.

A quel punto Giorgio ci racconta: “Io sono di Vecchiano, abito qui ormai da anni, mia moglie è di Livorno. Ho fatto il camionista per molto tempo, facevo viaggi nei paesi dell’Est, dove non ho mai avuto problemi perché da quelle parti, se fai il tuo, non ti dà noia nessuno. Era un mestiere che mi piaceva parecchio e non mi è affatto pesato, anzi. Poi, una volta smesso, ho preso questa baracchina che porto avanti con mia moglie”.
Poiché il sangue pisano non mente, ci racconta che quando abitava a Vecchiano veniva a vedere il Pisa, ricordandosi della serie A nel 1968, con presidente Giuseppe Donati, quando c’erano giocatori come Manservisi, Cosma, il portiere Annibale….
È stata davvero una piacevole chiacchierata, non sapevamo che un pisano gestisse una delle bancarelle davanti al santuario, per noi è stata una piacevole scoperta, e siamo contenti che un nostro concittadino sia un punto di riferimento in quel territorio, dove è conosciuto e stimato da tutti.

Lasciamo Giorgio e saliamo le scale del santuario, facendo alcune foto di rito. Notiamo diverse macchine parcheggiate sul sagrato del santuario. Sabrina mi chiede: “Ma come hanno fatto tutte queste auto ad entrare? Mica avranno salito la scalinata oppure hanno le ali?”. Le rispondo: “No, guarda, c’è una piccola stradina che, a monte, sulla destra, sbuca nel piazzale, altrimenti non si spiega”.
Entriamo nel santuario, dove si sta celebrando la Santa Messa, quindi noi passiamo lateralmente, andando a visitare la galleria con gli stemmi dei comuni, con Pisa e i comuni della provincia ben rappresentati, poi prendiamo dei ceri, versiamo un’offerta e li accendiamo nella sala dei ceri votivi, con un pensiero per i nostri cari e, perché no, anche per il nostro amato Pisa. Da lì passiamo a visitare la galleria dei voti, dove sono esposti dei quadri con i quali le persone miracolate hanno voluto ringraziare la Vergine di Montenero per averli salvati da incendi, terremoti, mali incurabili e tante altre avversità.
Usciamo dal santuario e troviamo un signore che porta al guinzaglio un cane barboncino femmina. Aspettava la moglie che era alla Messa. Parlando un po’ scopriamo che è di Lari, provincia di Pisa. Il discorso cade anche sui nerazzurri, di cui ci rivela essere tifoso: “Via, quest’anno dobbiamo farcela!”.
Pensate come è piccolo il mondo, ci ha detto che conosce Nicola Barsotti di Perignano, noto rappresentante Slo dei tifosi nerazzurri. Prendiamo la via del ritorno verso Pisa soddisfatti per la bella giornata trascorsa, concludendo con una battuta: “Se volevamo nasconderci per non incontrare qualche pisano, a Montenero sarebbe stato impossibile”. Battute a parte, ci ha fatto un gran piacere.
Maurizio Ficeli