La primavera, incerta anche quest’anno come spesso accade, è il consueto risveglio della natura esaltata dalla smagliante fioritura di piante e fiori che vengono presentati e diffusi in fiere e festività varie. Una di queste è storicamente quella lucchese che ogni fine aprile si ripropone. L’occasione ha una motivazione religiosa ed è legata a una santa cui i lucchesi sono molto devoti, quasi come il Volto Santo, Santa Zita (1218-1278).
Zita era una umile serva di Montesagrati, un villaggio vicino alla città del buccellato, che per tutta la sua vita si dedicò al servizio della ricca e influente famiglia Fatinelli. Figura esemplare di devozione, umiltà e grande fede, era molto amata dai lucchesi, tanto che alla sua morte, il 27 Aprile 1278, i fedeli vollero seppellirla nella basilica di San Frediano. Il suo corpo, rimasto incorrotto è tuttora visibile, mummificato, nella teca trasparente sotto l’altare della basilica nella cappella dei Fatinelli.

La tradizione tramanda che la santa era solita distribuire il pane ai poveri ma un giorno fu scoperta dal suo padrone così trasformò il pane in fiori. Questi e altri miracoli a lei attribuiti spinsero, nel 1696, Papa Innocenzo XII ad iniziare la sua canonizzazione.
Per ricordare questa sua trasformazione del pane in oggetti floreali la santa viene ricordata ogni 27 aprile con una bella fiera dei fiori ammirabile nella stupenda cornice della centrale Piazza Anfiteatro.

Tantissimi, anche quest’anno sono accorsi a santificarla non solo alla fiera floreale ma nella basilica partecipando alle messe a lei dedicate. È conosciuta e santificata anche all’estero in quanto patrona delle domestiche e delle casalinghe. D’altronde, come dice il beato Luigi Monza (1898-1954), “la santità non consiste nel fare cose straordinarie ma nel fare straordinariamente bene le cose ordinarie”.
Guido Martinelli
