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Diario di un’infamia

- Cultura
27 Novembre 2019

Tutto inizia a Pisa. Il 5 settembre 1938 Vittorio Emanuele III, re d’Italia, firma le leggi razziali volute da Mussolini. Da lì in avanti in tutto il Paese vi saranno tante vite ingiustamente violate. Ne parla “Diario di un’infamia” (Pisa University Press), libro curato dai giornalisti Bruno Manfellotto e Fabio Demi, in cui si descrive il contesto storico e la genesi della legislazione razzista italiana, raccontando alcune storie di chi ha vissuto quel periodo. Ad esempio quella di Guido Cava, bambino escluso da scuola perché ebreo. Oppure quella di Maria e Francesco Castro, il cui amore sbocciò dopo gli orrori di Auschwitz. Si ricostruisce la vicenda Giuseppe Pardo Roques, ucciso nella sua abitazione con altre dodici persone. Si parla dei tanti studenti e docenti espulsi dall’università per la loro “razza”.

Il libro racconta le storie anche di alcune personalità importanti dell’epoca. Ad esempio quella di Carlo Cammeo, maestro socialista ucciso nel 1921 dagli squadristi fascisti; Elio Toaff, che diverrà rabbino capo delle comunità ebraiche italiane; Silvano Arieti, che lega al suo incontro con Pardo Roques il motivo dei suoi studi che lo hanno portato a essere uno dei più importanti psichiatri del mondo. Un altro testo parla del “bagitto”, la lingua segreta usata dagli ebrei italiani.

Il volume si conclude con la cronaca delle iniziative “San Rossore 1938“, che l’università di Pisa ha organizzato per l’80° anniversario della firma delle leggi razziali. Iniziative culminate con “La cerimonia del ricordo e delle scuse”, del 20 settembre 2018, alla presenza dei rettori dei tutte le università italiane.

Presentazione del libro a Milano

Martedì 26 novembre”Diario di un’infamia” è stato presentato alla Fondazione Giangiacomo Feltrinelli di Milano, alla presenza della senatrice a vita Liliana Segre. Oltre agli autori erano presenti anche il rettore dell’Università di Pisa, Paolo Maria Mancarella, la scrittrice Helena Janeczek (premio Strega 2018), e Giuseppe Sardu. presidente della società Acque spa, che ha sostenuto la pubblicazione.

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Un fiume unisce la Toscana e rappresenta il modo di vivere forte e intraprendente del suo popolo. L'Arno.it desidera raccontarlo con le sue storie, fatiche, sofferenze, gioie e speranze. Senza dimenticare i molti toscani che vivono lontani, o all'estero, ma hanno sempre nel cuore la loro meravigliosa terra.

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