Con un post su Facebook Matteo Renzi interviene sull’ampliamento dell’aeroporto fiorentino di Peretola.

Aeroporto di Firenze. C’è un investitore internazionale, con due grandi soci: uno americano e uno asiatico. Hanno 370 milioni di dollari pronti, da investire tra Firenze e Pisa (che per la prima volta hanno fatto squadra e lavorano insieme). Solo a Firenze ci saranno 2000 nuovi posti di lavoro. Il tutto rispettando la legge e ottemperando alla valutazione d’impatto ambientale. Ieri il ministro dell’agricoltura, Centinaio, ha detto che l’aeroporto di Firenze non si deve fare. Come aveva già fatto capire il ministro delle infrastrutture, l’immenso Toninelli. L’accusa? È l’aeroporto voluto da Renzi”.

Senatore del collegio di Firenze, Renzi fa il proprio dovere nel difendere gli interessi del capoluogo toscano. Ma gli interessi di Pisa e della costa toscana sono sovrapponibili a quelli fiorentini?

Sono anni – aggiunge Renzi nel post – che tutta Firenze parla di una nuova pista dell’aeroporto. Tutte le categorie sono d’accordo. Questo aeroporto è l’aeroporto di una città, non di una persona. Se non si fa la nuova pista il danno economico sarà enorme. E se lo Stato blocca il progetto, il privato se ne andrà con una causa miliardaria che pagheranno i nostri figli. Ci sarà qualche elettore grillino o leghista che prima o poi si fermerà a riflettere e a domandare a questi scienziati: ma cosa state facendo? Oppure sono tutti ad aspettare che quei duemila potenziali lavoratori facciano domanda per il reddito di cittadinanza? Se bloccano l’aeroporto di Firenze per fare un dispetto a me – conclude Renzi – sono tecnicamente impazziti”.

Sul tema aeroporto di Pisa pubblichiamo un interessante nota diffusa dagli Amici di Pisa e dai Piccoli Azionisti.

La cronaca fiorentina del Corriere della Sera, del 9 10 18, riporta la dichiarazione di Toscana Aeroporti: “Una stupidaggine tecnica proporre la terza pista a Pisa: non ce l’hanno JFK, Heatrow o Gatwick….”. Sinora, pur nella dialettica contrapposta sugli aeroporti toscani, nessuno ha mai apostrofato analogamente l’ipotesi della nuova pista fiorentina semiparallela all’autostrada A11. Invitiamo il Presidente Carrai, che rappresenta la società, a ritirare pubblicamente tale dichiarazione, inadeguata nella forma e nella sostanza, perché la riteniamo irrispettosa nei confronti delle competenze e della visione strategica di sviluppo del Galilei, dell’ex eccellente A.D. di SAT, Ing. Ballini, che ipotizzava di dotare Pisa della terza pista. Tale idea, condivisa anche dai sindaci Bulleri e Fontanelli e dai Genn. Aeronautici Mario Arpino (poi Capo di Stato Maggiore della Difesa) e Luciano Battisti (poi Ispettore di Sicurezza Volo AMI e Consulente della Regione Toscana), è stata recentemente condivisa anche dal Governatore Rossi, che ha detto che bisogna investire sul Galilei, con: la terza pista, l’ampliamento del terminal e collegamenti ferroviari più rapidi fra Pisa e Firenze, ma che occorre anche mettere in sicurezza il Vespucci, come City Airport, garantendogli un modesto sviluppo”.

All’On. Nencini, che imperterrito continua a paventare limitazioni di sviluppo del Galilei, per la presenza dei militari, suggeriamo di approfondire la bontà del progetto, per convincersi del contrario. La terza pista, giacendo, con orientamento a sud est, prevalentemente all’esterno dell’attuale sedime aeroportuale e su terreni già demaniali ed agricoli, libererebbe poi Pisa e S. Giuliano ed in particolare gli abitanti dei quartieri di S. Giusto, S. Marco, Cisanello e soprattutto i malati e dipendenti del suo ospedale, dall’inquinamento acustico ed atmosferico, come
Firenze chiede per un numero inferiore di abitanti, di Brozzi e Quaracchi.

Al Sottosegretario agli esteri Picchi, contrario alle decisioni della Lega regionale, che prevedono la messa in sicurezza di Peretola ed il suo sviluppo di City Airport, secondo le prescrizioni del Decreto Ministeriale 676, confermato da un Decreto Decisorio del Presidente della Repubblica, ricordiamo che esse permettono, a costi inferiori del Master Plan da lui sponsorizzato, l’allungamento della pista attuale, per consentire decolli di 2200m. Poiché su London City, con una pista di soli 1508m ed aerei della capacità media di 100 posti, nel 2016, sono transitati 4.538.813 passeggeri, tale
allungamento garantisce vero sviluppo a costi contenuti. Gli ricordiamo poi che, per il suo DNA cascinese, dovrebbe gradire lo sviluppo del Galilei, utile a tutta l’area vasta costiera e non privilegiare quella fiorentina, già fortemente antropizzata, perché: ‘…i soldi e i voti della Toscana vengono dall’area fiorentina’.

Per il suo incarico alla Farnesina, potrebbe impegnarsi per facilitare il ritorno dell’unico volo intercontinentale, Pisa-New York, sospeso nel 2016. Gli spieghiamo poi perché riteniamo fuorviante il paragone fatto sulla terza pista di Pisa, con altri aeroporti intercontinentali. Anche un neopilota sa che a Pisa, pur essendoci due piste, si utilizza solo la pista principale e che l’altra è usata come via di rullaggio, perché troppo vicina a quella strumentale. Lo impone il Regolamento di Costruzione ed Esercizio degli Aeroporti, che prescrive distanze minime da rispettare, per consentire avvicinamenti strumentali, su piste parallele. A Pisa solo la pista principale è dotata di Instrument Landing Sistem (ILS), il sistema abilitato per gli avvicinamenti di precisione, che rende strumentalmente operativa la sola pista principale. Parlare quindi di terza pista a Pisa, equivale a parlare effettivamente solo di seconda pista. Ben ha fatto la Presidente Grassini ad indignarsi e schierarsi anche contro i suoi vertici regionali.

Sarebbe auspicabile un presa di posizione dell’Unione Industriali e della CCIAA pisane, visto lo sfegatato impegno, anche mediatico pro Peretola, delle analoghe associazioni fiorentine”.

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