Con l’operazione “Black wine” (vino nero) gli agenti della Polizia di Pistoia hanno sgominato una rete che sfruttava il lavoro dei braccianti stranieri. Tre arresti e quattro denunce per intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro. Sequestrati quattro furgoni utilizzati per trasportare i braccianti nei vigneti e negli oliveti di diverse province toscane: Firenze, Lucca, Pisa, Pistoia, Prato, Arezzo e Siena.

Perquisiti anche due studi commerciali di Pistoia in uso a un consulente del lavoro, denunciato per lo stesso reato. Il professionista si occupava della gestione delle fatturazioni e della registrazione di alcune posizioni lavorative nella banca dati dell’Agenzia Nazionale Politiche Attive del Lavoro (solo quando esplicitamente richiesto dalle aziende committenti) a prescindere dalla verifica del”esistenza di un vero contratto. Aprendo una posizione Inail per soli tre giorni, a nome di una ditta intestata a prestanome che gestiva i lavori, il consulente riusciva ad ottenere il rilascio del Documento Unico di Regolarità Contributiva (Durc), malgrado l’omissione totale di denunce contributive all’Inps.

Denunciate per lo stesso reato altre tre persone, due cittadini stranieri e un italiano, che partecipavano all’attività illecita. Trenta braccianti sono stati sentiti dalle forze dell’ordine, in qualità di persone informate dei fatti. Si tratta per la maggior parte di africani richiedenti asilo o titolari di permesso di soggiorno per motivi umanitari, che rientravano dai luoghi di lavoro a bordo dei mezzi sequestrati. La gran parte dei braccianti lavorava in nero ed era priva di copertura assicurativa.

La manodopera era retribuita con circa 4 euro all’ora, senza alcuna maggiorazione per l’orario straordinario o festivo, a fronte dei 7,50 euro minimi previsti dai contratti collettivi territoriali settore agricoltura. Alcuni braccianti viaggiano in condizioni di pericolo, seduti a terra sul cassone posteriore in metallo di un autocarro e rinchiusi con un telo in plastica per non attirare l’attenzione ed eventuali controlli da parte delle forze dell’ordine.

Alle indagini, dirette dal sostituto procuratore presso la Procura della Repubblica di Pistoia Giuseppe Grieco, ha partecipato anche personale dell’Ispettorato territoriale della sede di Pistoia. Non sono emersi elementi a carico delle aziende del settore vinicolo e oleario che si avvalevano delle prestazioni lavorative attraverso appalti di servizio stipulati con la ditta gestita dalle persone arrestate.

Foto: Pixabay

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