Marina Sacchelli

 Dario Sbrana e Matteo Mellini arrivano alla Fondazione Piaggio alle 9 in punto accolti da una folla di amici, motociclisti e vespisti. Dovranno percorrere circa 100-120 km al giorno per rimanere nella media ed arrivare a Barcellona il 20 marzo. Hanno con sé alcuni pezzi di ricambio, comprese le camere d’aria se ce ne fosse bisogno, ma si augurano di non forare la ruota posteriore perché, spiegano, lì c’è l’apparato di trasmissione e sarebbe un problema smontare tutto. In serata arriveranno al Passo del Bracco, fra Genova e La Spezia, la tappa più impegnativa, dato che il Ciao e il Bravo sono privi di variatore: pertanto nelle salite più impegnative dovranno aiutarsi con le pedalate.

C’è un rinfresco all’interno del Museo Piaggio, Dario e Matteo ricevono un “in bocca al lupo” un po’ da tutti i presenti, si fanno fotografare, stringono mani, abbracciano i familiari. La mamma di Dario mi confessa di essere ancora incredula per questa impresa bizzarra.

C’è anche il mitico Giuseppe Cau, novantenne Cavaliere della Vespa, una leggenda vivente. Fu chiamato a Pontedera nel 1946 da Enrico Piaggio in persona dopo averlo visto correre nelle strade di Roma: vinse la “Sei giorni Internazionale” del 1951 e innumerevoli altre gare in sella alla Vespa. Doveroso scattargli una foto, di buon auspicio assieme ai nostri avventurosi motociclisti che, finalmente, alle 10 e 30 accendono i loro motorini e partono con al seguito una scia di Harley Davidson e Vespe rombanti. Buona fortuna ragazzi, vi seguiremo nella vostra bella avventura.

Marina Sacchelli

Foto: Marina Sacchelli

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