Maurizio Bertelli

Purtroppo non ho potuto partecipare alla trasferta di Trieste perché avevo una riunione lunedì mattina presto. Il giramento di scatole era abbastanza elevato, per fortuna in mio soccorso è intervenuto l’amico Nicola, che mi ha proposto di andare da lui per vedere la partita insieme.

Sono arrivato a casa sua domenica pomeriggio, dopo aver portato Patrizia in un negozio. Già li lei aveva capito che qualcosa non andava in quanto qualsiasi cosa lei provasse per me andava bene, pur di andare via velocemente. Arrivato a casa di Nicola ho trovato due meravigliosi bimbi e una tavola con sopra ogni ben di Dio, al punto che mi sono chiesto: “Forse Nicola sa già il risultato e ha iniziato la festa prima della partita?”.

Ai gol del Pisa ho cercato inutilmente di contenermi, vista la presenza dei bambini, ma magicamente mi sono ritrovato in braccio la bimba di Nicola e mi sono trattenuto nello stringerla mentre correvo a destra e sinistra per la casa. Al rigore per la Triestina sono volate alcune parole non proprio da educanda, al punto che la bimba mi dice: “Nonno, non si dicono quelle parole!”. Incasso uno sguardo truce di Patrizia e iniziano i supplementari.

Segna Marconi e, nell’ordine, abbatto prima Patrizia e poi Nicola, poi rovino completamente un paio di occhiali dopo un’accesa discussione con la televisione, dove era ripreso in primo piano un giocatore coi colori della Triestina. Finalmente l’arbitro fischia la fine: in quel momento, non avrebbe potuto essere più preciso, entra il fattorino con le pizze. Avrà pensato: “Qui sono tutti matti!”. Però va bene così, ringrazio ancora il mio amico Nicola e la sua splendida famiglia di avermi sopportato, divertito e fatto sentire come a casa mia. Vedere la partita con chi condivide la tua passione non ha prezzo: conta quasi più della vittoria.

Maurizio Bertelli

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